Renzi fa dimettere le ministre perché «la crisi non si risolve con la popolarità sui social»

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 13 gennaio 2021)

«Nell’affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica, noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio. La crisi non si risolve con un tweet e con una stories su Instagram, questo è populismo». Matteo Renzi – dopo aver utilizzato una tecnica à la Conte per la sua conferenza stampa (annunciata per le 17:30 e iniziata per le 18:15) – ha deciso di far dimettere le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

Ph. Ettore Ferrari / LaPresse – Pool Ansa
Ph. Ettore Ferrari / LaPresse – Pool Ansa

Renzi lascia comunque uno spiraglio alle forze della maggioranza: «La democrazia ha delle forme» ha detto, «non si devono affrontare i suoi temi caratterizzanti sui social network. Ci si dimette per affrontare la realtà per quella che è. I tre punti sono semplici: il metodo, perché noi abbiamo impedito di dare pieni poteri a Matteo Salvini e non daremo i pieni poteri a nessun altro; la risposta alla pandemia, sbloccando i cantieri e con una strategia unitaria; la battaglia sul Recovery Plan e il rifiuto deciso del Mes, ovvero di maggiori fondi per la sanità». Italia Viva continuerà a votare insieme all’esecutivo sui temi più importanti che verranno messi in agenda nelle prossime settimane, come lo scostamento di bilancio e le nuove misure di emergenza per risolvere la crisi del Coronavirus».

Renzi che per primo, in assoluto, ha sdoganato i social network nell’agone politico italiano, oggi afferma che questi stessi social network rappresentano il vulnus alla democrazia nel nome del quale – nel pieno di una pandemia – un partito di maggioranza, ovvero Italia Viva, decide di innescare la crisi di governo. Il senatore di Rignano rimprovera il presenzialismo del presidente del Consiglio sui media, la prevalenza dell’esposizione sui social network rispetto al confronto nelle istituzioni democratiche. Proprio quel Matteo Renzi che ha investito diversi fondi, in special modo su Facebook, per sponsorizzare i suoi post e targettizzare i suoi messaggi sui social network, sta sottolineando che il maggior numero di followers rappresenta un problema per i politici e per i suoi esponenti. Del resto, che le ragioni della crisi siano deboli lo dimostra anche il ragionamento successivo: «Siamo orgogliosamente costruttori» ha detto, «se c’è il progetto, si costruisce. Ma vogliamo prima vederlo». Dimissioni Italia Viva sì, ma possibile nuovo patto di legislatura, come tutti gli altri esponenti della maggioranza avevano assicurato nel corso di tutto il pomeriggio.