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Il caso attorno alla canzone che Israele presenterà all’Eurovision

(ilpost.it, 24 febbraio 2024)

Questa settimana l’emittente pubblica israeliana Kan ha annunciato di avere dato inizio a un «dialogo» con l’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu, l’ente che organizza l’Eurovision Song Contest, il più importante e seguito concorso musicale europeo) relativo all’ammissibilità di October Rain, la canzone che dovrebbe rappresentare Israele alla prossima edizione della manifestazione, che inizierà il 7 maggio a Malmö, in Svezia. Da qualche anno, per ragioni di mercati affini, la competizione coinvolge infatti Paesi di altri continenti, come l’Australia e per l’appunto Israele.

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Gentili indignati, l’Eurovision è sempre stato politico

di Davide Piacenza (esquire.com, 16 maggio 2022)

“Il suo popolo sta morendo e lui pensa all’Eurovision. Mah, forse sarò io a non capire”. Un tweet sibillino della giornalista Sandra Amurri commenta uno screenshot di un post del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che qualche ora prima invitava calorosamente a votare per la Kalush Orchestra, il gruppo ucraino poi uscito vincitore dall’Eurovision di Torino. Se prima della proclamazione del vincitore della competizione canora europea la teoria del “complotto per far vincere l’Ucraina” era solo il prodotto dell’incontinenza verbale di qualche svitato, a Eurovision finito è diventata mainstream: “Facciamogli vincere anche il mondiale dai…”, scrive con eccesso di puntini di sospensione un accademico di sinistra. “Di questo passo ogni competizione canora, sportiva, cinematografica sarà assegnata alle Vittime”, verga l’editorialista di destra.

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