
di Verity Burns (wired.it, 30 giugno 2025)
Il famigerato Trump-phone è già cambiato. Sono passati appena dieci giorni da quando la Trump Organization, la società che gestisce le attività imprenditoriali del presidente degli Stati Uniti, ha annunciato il lancio del nuovo smartphone T1 da 499 dollari.
Un lasso di tempo che, a quanto pare, è stato sufficiente ad apportare una serie di modifiche confuse a un prodotto che inizialmente sarebbe dovuto arrivare sul mercato americano ad agosto. Stando all’ultimo aggiornamento pubblicato sul sito Web di Trump Mobile, il nuovo operatore annunciato con il telefono, il dispositivo dovrebbe arrivare «più avanti nel corso dell’anno». Sul portale non c’è più traccia dell’espressione «in arrivo».
Ma questo non è l’unico cambiamento: anche gli altri dettagli principali del telefono sembrano essere volubili, e al momento prevedere che tipo di prodotto verrà consegnato a chi ha già usufruito del preordine da 100 dollari è piuttosto complicato. La modifica più rilevante è il passaggio – non del tutto inaspettato – da un telefono che (secondo il comunicato stampa iniziale) sarebbe stato «progettato e costruito negli Stati Uniti» a uno che «prenderà vita» negli Stati Uniti, con «i valori americani in mente» e «mani americane dietro ogni dispositivo». Tutto molto vago.
Eric Trump, uno dei figli del presidente americano, aveva già cercato di fare marcia indietro rispetto alle promesse di una produzione tutta americana in alcune interviste dopo l’annuncio del telefono, affermando che si trattava di un obiettivo che forse sarebbe stato raggiunto «prima o poi». Un dettaglio che ora sembra confermato pure dal sito di Trump Mobile, anche se Wired US si è sentita ribadire l’informazione da un dipendente del servizio clienti. «Non abbiamo ancora il nome del produttore, ma saranno prodotti qui in America», ha detto l’operatore.
Anche le specifiche del telefono hanno subito misteriose variazioni, un ulteriore indizio del fatto che il telefono annunciato inizialmente era più un elenco di caratteristiche che un modello di produzione vero e proprio: il T1, adesso, ha uno schermo da 6,25 pollici (e non più da 6,78) e la promessa di una ram da 12 gb è scomparsa. Sono stati corretti anche quelli che erano apparsi subito come degli errori: non si parla più di una «fotocamera a lunga durata da 5000 mAh», bensì di una «batteria da 5000 mAh»; l’indicazione «Sm» (Service Mark) è opportunamente diventata «Tm» (Trade Mark); e la bizzarra promessa di diverse «fotocamere frontali» ora è corretta al singolare.
Ma non è solo il telefono in sé ad aver subito cambiamenti. La mappa che mostrava la copertura del servizio wireless di Trump Mobile riportava la nomenclatura classica del Golfo del Messico e non quella imposta arbitrariamente da Trump negli scorsi mesi. La pagina è stata cancellata completamente, per poi riapparire riveduta e corretta in base ai desiderata del presidente: ora riporta la dicitura «Golfo d’America».
Ci sono novità anche sul prezzo: il telefono costa sì 499 dollari, ma richiede un abbonamento continuativo a Trump Mobile («L’utente riconosce che oggi gli verranno addebitati 100 dollari per il primo mese di servizio Trump Mobile e le spese di spedizione e attivazione. Autorizza inoltre un addebito di 399 dollari più l’Iva da riscuotere al momento della spedizione del telefono T1»). Sul sito sono state poi aggiunte formule per esentare la società da alcune responsabilità, in particolare per quanto riguarda i servizi di terze parti offerti sul T1.
Per il momento, insomma, lo smartphone T1 sembra essere ancora un cantiere aperto. Resta da vedere quale sarà la sua forma finale, sempre che arrivi ad averne una. Se al lancio avevamo delle domande, oggi ne abbiamo ancora di più.