
(ilpost.it, 26 ottobre 2025)
La Nazionale femminile di calcio dell’Afghanistan sta per giocare le sue prime partite dopo quattro anni. Saranno le prime della squadra dopo il ritorno in Afghanistan dei talebani nel 2021, e saranno parte di un torneo organizzato dalla Fifa, la federazione che regola il calcio mondiale, che si giocherà in Marocco tra oggi, domenica 26 ottobre, e sabato 1° novembre.
Il torneo si chiama “Fifa Unites Women’s Series 2025” e oltre all’Afghanistan ci saranno le Nazionali femminili di Libia e Ciad (che come quella dell’Afghanistan hanno avuto grandi problemi negli ultimi anni, tanto che nemmeno sono incluse nella classifica mondiale delle Nazionali femminili) e la Nazionale femminile della Tunisia. L’Afghanistan ha avuto una Nazionale femminile di calcio dal 2007 al 2021. Si era formata quando – in seguito all’invasione statunitense e alla fine del regime del gruppo islamista radicale dei talebani – all’interno della società afghana le donne avevano acquisito gradualmente maggiori libertà e diritti.
La partecipazione delle donne nel calcio era uno degli aspetti di emancipazione considerati più importanti all’interno di un contesto molto religioso come quello dell’Afghanistan. Ma dall’agosto del 2021 i talebani (che avevano già governato il Paese dal 1996 al 2001) hanno riconquistato il potere e hanno cominciato a imporre leggi basate su un’interpretazione severissima della sharia, la legge islamica, prendendo di mira in particolare le donne. Tra le varie limitazioni alle libertà personali, ora le donne non possono praticare alcuna forma di sport. Come tutte le squadre in cui giocassero delle donne, neanche la Nazionale femminile poteva più esistere in Afghanistan. Ed era pericoloso perfino far sapere di averci giocato.
Dopo il ritorno dei talebani le giocatrici hanno bruciato le divise e cancellato ogni traccia della loro attività sportiva, come Khalida Popal, ex capitana della Nazionale e fondatrice dell’ong Girl Power, aveva suggerito loro di fare. Tutte le giocatrici e le loro famiglie, 115 persone in tutto, sono scappate dal Paese. La Nazionale di calcio maschile ha continuato a giocare. L’ultima partita è stata a metà ottobre contro il Pakistan per le qualificazioni alla Coppa d’Asia. Dopo essere riuscite a scappare all’estero le giocatrici afghane hanno continuato a giocare a calcio, spesso creando intere squadre di rifugiate che competono nei campionati locali.
Il caso più significativo riguarda una squadra legata alla grande comunità che si è formata in Australia: lì la società dei Melbourne Victory ha creato la Melbourne Victory Fc Awt (acronimo di Afghan Women’s Team), in cui gioca come portiera l’ex capitana della Nazionale femminile Fatima Yousufi. Questa squadra comprende quasi solo giocatrici afghane e gioca in un campionato minore dello Stato australiano di Victoria. Dal 2021 in poi questa squadra di un piccolo campionato locale australiano è stata di fatto la Nazionale afghana di calcio femminile: giocava però contro altre squadre locali australiane, non contro squadre nazionali.
Un caso simile è quello delle Houston Shine, squadra composta da rifugiate afghane negli Stati Uniti, che compete nei campionati locali del Texas. Anche in Italia diverse calciatrici hanno iniziato di nuovo a giocare dopo aver ottenuto il loro status di rifugiate: Fatema Haidari, convocata in Nazionale domenica, gioca per la Chiesanuova 1975, una squadra dilettantistica di Prato. Insieme a organizzazioni come Girl Power, le calciatrici della diaspora afghana hanno chiesto più volte alla Fifa di riconoscere una Nazionale afghana femminile fuori dai confini del Paese.
Il problema è che secondo le regole Fifa le squadre devono essere approvate dalle loro federazioni nazionali, cosa che per la squadra afghana non può avvenire: per questo l’Afghanistan non aveva potuto partecipare alla Coppa d’Asia femminile, valida per le qualificazioni ai Mondiali femminili di calcio del 2027. All’inizio di maggio di quest’anno, vista la particolarità della situazione afghana, il Consiglio della Fifa, l’organo direttivo della federazione, ha approvato infine la creazione di una squadra femminile di calcio che rappresentasse ufficialmente le donne afghane rifugiate all’estero nelle competizioni internazionali, organizzando una serie di incontri amichevoli, la “Fifa Unites Women’s Series 2025”.
La squadra, che ha scelto il nome di Afghan Women United, è allenata da Pauline Hamill, scozzese, e ha convocato 23 giocatrici: 13 vivono in Australia, 5 nel Regno Unito, 3 in Portogallo e 2 in Italia. La maggior parte di loro arriva dalla Melbourne Victory Fc Awt, e 5 di loro avevano giocato l’ultima partita della Nazionale femminile afghana contro il Tajikistan. Per creare la squadra, la Fifa ha organizzato dei provini in Australia e nel Regno Unito attraverso cui lo staff tecnico ha identificato le giocatrici da convocare. Non ci sarà nessuna delle giocatrici residenti negli Stati Uniti perché la Fifa non ha organizzato nel paese i provini, citando motivi di sicurezza.
Anche il resto della squadra, però, rischiava di non giocare: gli Emirati Arabi Uniti, che avrebbero dovuto ospitare il torneo, hanno più volte negato i visti alle giocatrici afghane senza dare spiegazioni ufficiali (c’entra il loro rapporto sempre più stretto con il governo dei talebani). Questo ha costretto la Fifa a ritardare l’inizio del torneo e a cercare un nuovo Paese dove giocare: il Marocco. In tanti altri sport (tra cui cricket, pallavolo, atletica) le donne afghane nel mondo hanno continuato a partecipare alle competizioni sportive, con premesse e in contesti spesso molto simili a quelli che riguardano le calciatrici della diaspora afghana.