(ilpost.it, 6 maggio 2025)
Potrebbe sembrare strano che una riunione in cui decine di uomini anziani decideranno chi sarà il prossimo capo di una delle istituzioni religiose più potenti al mondo sia al centro di un’enorme produzione di meme, battute e commenti sui social network. Ma è quanto sta accadendo da una decina di giorni per il Conclave che da mercoledì sceglierà il prossimo papa.
Nella maggior parte dei casi però non si tratta di considerazioni ciniche o polemiche come ci si potrebbe aspettare vista la distanza anagrafica e culturale tra i cardinali e le persone millennial e della Gen Z, cioè quelle che su di loro stanno ideando e pubblicando i meme, i video su TikTok o i post su X. Quello che emerge è più che altro curiosità per gli esiti del Conclave, un coinvolgimento per i riti arcaici con cui è organizzato, e un certo trasporto per alcuni dei papabili, in primo luogo il cardinale filippino Luis Antonio Tagle e l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi.
Nei giorni successivi alla morte di papa Francesco sono, per esempio, diventate virali le “fancam” su questi due cardinali: si tratta di un formato di video ideato dai fan della musica K-pop coreana in cui si susseguono zoom, ralenti, transizioni e musiche che mettono in luce particolari aspetti del soggetto, spesso il suo fascino e la sua simpatia. Di Tagle è diventato virale un video di alcuni anni fa in cui elencava i problemi del capitalismo, mentre Zuppi è stato adattato all’estetica “brat”, quella dell’ultimo popolare disco della cantante Charli XCX. Un altro di cui sono circolate immagini accompagnate da commenti entusiasti è Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme conosciuto per il lavoro di mediazione tra Israele e Hamas.
In queste settimane su X si sono lette anche moltissime accorate previsioni su chi potrebbe essere il papa più progressista, provenienti da account che non si erano mai occupati di questioni di Chiesa, spesso italiani; oppure, apprezzamenti sull’impatto visivo degli abiti talari rossi e neri dei cardinali che stanno punteggiando piazza San Pietro in questi giorni. Il Conclave che inizierà il prossimo 7 maggio non è il primo nell’era dei social network, ma nel 2013, quando fu eletto papa Francesco, il loro uso era molto diverso da oggi. Facebook era ancora la piattaforma dominante, Twitter era di fatto un posto che ospitava discussioni di giornalisti e politici, Instagram era agli inizi e TikTok non esisteva ancora. Oggi è specialmente su X e su TikTok che si sta concentrando la produzione di contenuti sul Conclave, coinvolgendo in particolare ventenni che ricordano poco di quello che elesse papa Francesco.
Il fenomeno dell’improvviso interessamento e della nascita dei meme attorno ai cardinali e al Conclave si può spiegare osservando l’organizzazione pressoché unica con cui si svolge. Come ha spiegato il professore di Spagnolo Gorka Larrabeiti in un’intervista a infoLibre, un quotidiano on line spagnolo: «il Conclave è un formato che in sé racchiude tutta la tensione dei migliori reality show». La struttura stessa del Conclave – cardinali isolati, regole e protocolli rigidi, l’attesa collettiva per un solo “vincitore” – ha una somiglianza con i meccanismi di talent show e reality come Il Grande fratello o L’isola dei famosi. Si tratta di una narrazione intensa di un’elezione il cui risultato è imprevedibile, e quindi perfetta per un commento collettivo on line.
L’elemento giocoso attribuito al Conclave è evidente in esperimenti paralleli come il Fantapapa, un gioco on line ideato da un utente italiano in cui si possono “scegliere” i propri cardinali preferiti per creare una “squadra”. Intervistato da Ap, l’ideatore italiano del gioco ha spiegato che è nato dalla curiosità e dal fascino del Conclave, e non con intenzioni dissacranti. Al contrario, è una forma di coinvolgimento che gli utenti on line hanno trovato per “partecipare” al Conclave.
Come scrive il Wall Street Journal, l’elemento della segretezza del Conclave ha anche alimentato, nelle comunità on line, l’immaginario del complotto: questo rappresenta un tratto irresistibile per una parte della comunità dei social che si autodefinisce amante del “drama”, ovvero del gossip e dello scandalo, e che ne fruisce come forma d’intrattenimento. A rendere il Conclave un contesto perfetto in cui immaginarsi trame e colpi di scena è stato in particolare Conclave, film uscito alla fine del 2024 e candidato all’Oscar che ha alimentato le fantasie sui secondi fini dei cardinali e la possibilità che le votazioni nascondano sotterfugi e cospirazioni.
Sempre Conclave poi ha contribuito a definire una sorta di palette di colori e di canoni estetici legati agli abiti dei cardinali e agli ambienti del Vaticano in cui si elegge il nuovo papa. Per il loro aspetto o per il loro carisma, ad alcuni cardinali in particolare è stato associato il concetto di “aura”, cioè quell’alone di attrazione che emana una persona con un’energia distintiva. In particolare, il cardinale guineano Robert Sarah è stato celebrato per il suo passo fiero, definito da alcuni utenti con il termine “drip”, usato per indicare uno stile sicuro e carismatico: e questo nonostante Sarah sia, tra i cardinali più noti e con delle possibilità di diventare papa, uno dei più conservatori, con opinioni particolarmente rigide sull’omosessualità e sull’aborto.
Se oggi il Conclave gode di una sua popolarità sui social è probabilmente in buona parte dovuto all’eredità di papa Francesco, che, avendo espresso una visione progressista della Chiesa cattolica, l’ha resa più popolare tra i giovani nel mondo, anche tra quelli non credenti. Bergoglio ha inoltre mostrato apertura verso l’uso di Internet, definendolo anche “un dono di Dio” e sottolineando il suo potenziale nel favorire il dialogo e l’incontro. Secondo Politico il pontificato di Francesco, con la sua azione su temi come l’invasione israeliana nella Striscia di Gaza e la crisi climatica, ha cambiato la percezione della Chiesa nella Gen Z: «a lungo vista come un’istituzione dei devoti, per molti ventenni la Chiesa e il papa sono diventati una questione politica e culturale». Quindi l’elezione del suo successore è vista come uno sviluppo d’importanza internazionale per l’influenza che avrà su questioni che interessano alla Gen Z, come i diritti all’aborto e delle persone Lgbtq+ nei Paesi cattolici e cristiani in generale.
È probabile comunque che questa ondata di entusiasmo sui social non sia il risultato di un cambiamento culturale profondo ma un fenomeno passeggero, in un certo senso simile a quello che riguarda eventi come il Festival di Sanremo o episodi di attualità come la ricerca di Luigi Mangione per l’omicidio di Brian Thompson. Ma è plausibile che all’interno della Chiesa siano in corso ragionamenti sulle possibilità di sfruttare questo fenomeno per attirare nuovi fedeli, e in particolare tra i giovani. Molto dipenderà se l’esito del Conclave andrà come desiderato dai più giovani sui social oppure no.
Alcuni esperti si sono chiesti quanto di tutto questo fenomeno arrivi ai cardinali e se possa addirittura influenzarli in qualche modo. Diversi di loro – come Tagle, Timothy Dolan di New York, o alcuni tra i pochi con meno di sessant’anni – hanno familiarità con le piattaforme social e le utilizzano quotidianamente, ma non è chiaro se e come queste dinamiche esterne verranno quantomeno considerate. Al dibattito si aggiunge anche un altro elemento, ovvero se queste attenzioni siano apprezzate o meno dai cardinali. In un recente intervento il cardinale filippino Pablo Virgilio David, vescovo di Caloocan, ha infatti invitato a interrompere la circolazione di video sul connazionale Tagle: David li ha paragonati a una forma di campagna elettorale, contraria allo spirito riservato e sacro del Conclave.