I messaggi polarizzanti dell’Italian brainrot

di Giorgia Olivieri (huffingtonpost.it, 7 maggio 2025)

Trallallero trallallà”: inizia così uno dei video più virali dell’Italian brainrot, fenomeno esploso su TikTok. Quello che sembra un semplice motivetto è diventato un trend globale fatto di video generati dall’Intelligenza Artificiale, con personaggi assurdi — metà oggetti, metà animali — dai nomi pseudo-italiani inventati.

Una tendenza che non è sfuggita alle grinfie della politica e che, nascosta sotto il velo della satira, diventa un mezzo per promuovere odio ed estremismi. Il termine “brainrot” — letteralmente “cervello marcio” — è stato eletto a neologismo del 2024 dall’Oxford Dictionary per descrivere il senso di vuoto mentale causato dalla fruizione compulsiva di contenuti digitali di bassa qualità, in particolare tra la Gen Z e la Gen Alpha. Su TikTok, dove queste generazioni sono più attive, si è diffuso un filone di video generati con l’Intelligenza Artificiale che mostrano figure surreali a metà tra oggetti, animali e persone, con nomi dal suono italiano come “Ballerina cappuccina” o “La vacca Saturno saturnia”.

Questo immaginario bizzarro è diventato il marchio dell’Italian brainrot, una tendenza virale che ha ormai raggiunto una diffusione globale: l’hashtag dedicato conta quasi 90mila video, mentre il suono “Trallallero trallallà” è stato utilizzato in oltre 270mila clip. Si stima che, a livello globale, i video di Italian brainrot abbiano raggiunto i 3 miliardi di visualizzazioni. Anche i brand hanno fiutato il potenziale virale del trend: la compagnia aerea Ryanair e la catena di fast food Kfc hanno creato contenuti in stile brainrot, con aerei e piadine umanizzati.

L’adozione di questo linguaggio visivo non è però limitata al marketing commerciale: anche la politica ha cercato di appropriarsene. Il Partito Democratico statunitense ha pubblicato un video-parodia di Elon Musk generato con l’AI usando un audio dell’Italian brainrot in cui, però, si sente una bestemmia, sollevando così dubbi sulla consapevolezza di chi gestisce i loro social. Questa strumentalizzazione politica di un trend basato sulla fruizione passiva di contenuti diffusi tra un pubblico giovanissimo rivela una certa distanza tra chi produce i post e chi realmente possiede quei linguaggi.

Quello dei democratici Usa non è l’unico esempio di come le idee politiche stiano sfruttando l’Italian brainrot: In Germania sono nati video che riportano in auge la figura di Vril, una forza descritta nel romanzo The Coming Race di Edward Bulwer-Lytton, associata a una razza superiore che vive sotto terra, chiamata Agharta. Alcune teorie del suprematismo bianco hanno distorto questo mito, interpretando il Vril come una fonte di potere esclusivo per una “razza ariana pura”.

L’appropriazione dell’Italian brainrot attraversa tutto lo spettro politico, da destra a sinistra. Il trend è stato utilizzato per fare satira sui cortei pro Palestina – Tralalero Tralala e Bombardino Crocodilo, due dei personaggi, sono accusati di veicolare contenuti islamofobi – con video che prendono di mira i manifestanti al suono di “nooo i comunisti no” e per ridicolizzare leader autoritari come Putin e Kim Jong-un, raffigurati come un aereo che sgancia bombe e come un elefante con le scarpe. Politici come Trump e Salvini sono stati scherniti, rispettivamente, come uno Yeti in fuga dalla polizia e come un uomo del Sud che disprezza il Nord Italia.

Anche i temi politici sono stati “brainrottizzati”, come nel caso del referendum dell’8 e 9 giugno, dove Tung Tung Tung Sahur – un ceppo di legno con una mazza da baseball – è stato sfruttato per rappresentare sia le posizioni della Cgil da alcuni sostenitori sia quelle di Italia Viva sui profili ufficiali del partito. Dietro le risate e l’apparente leggerezza di questo trend si veicolano messaggi polarizzanti, sfruttando la viralità di un fenomeno tutto basato sui nostri cervelli che vanno in pappa.

Spread the love