Storia della papamobile

Ph. Kevin Manning

di Nicoletta Cottone (ilsole24ore.com, 13 maggio 2025)

La prima auto del Papa è datata 1909: una Itala 20/30, regalata a Pio X dall’arcivescovo di New York. Ma Pio X a bordo non vi salì mai, perché era contrario all’uso degli autoveicoli a motore. E, come lui, Benedetto XV non utilizzò mai automobili.

Prima dell’avvento delle auto i Papi usavano solo carrozze e portantine con stucchi, pitture e decorazioni, come, per esempio, la Berlina di gran gala (1826), creata per Leone XII dal carrozziere romano Gaetano Peroni. Nuovi decori furono eseguiti per Papa Gregorio XVI nel 1841. La carrozza era utilizzata nelle grandi solennità anche dai pontefici successivi, fino a Pio IX (1878).

Non mancavano berline da viaggio, per affrontare lunghi percorsi su strade sconnesse. Come quella che utilizzò nel novembre 1849 Pio IX per fuggire a Gaeta, dopo lo scoppio dei moti rivoluzionari a Roma. La stessa usata per il suo rientro dall’esilio dopo la fine della Repubblica Romana. Una seconda carrozza venne usata per il suo viaggio di ritorno nei territori dello Stato Pontificio della Romagna e delle Marche settentrionali. Il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, eletto al soglio di Pietro, è stato l’ultimo “Papa Re”.

Per vedere un Pontefice a bordo di una vettura si dovette attendere l’ascesa al soglio pontificio di Pio XI. La sua prima auto fu una Bianchi Tipo 15, donata nel 1925 dall’Associazione delle Donne cattoliche dell’Arcidiocesi di Milano. Poi ci fu una Tipo 20, regalata nel 1926 al pontefice dalla Bianchi. Dopo si aprì una vera e propria gara fra le case automobilistiche per aggiudicarsi il ruolo di fornitore pontificio di autoveicoli. Il primo fu la Mercedes-Benz. La prima vettura papale della casa tedesca fu una 460 Nürburg limousine a passo lungo, prima di una lunga serie di Mercedes papali.

A differenza dei tanti doni al Pontefice, questa vettura fu acquistata. La preferita di Pio XI fu però una Graham-Paige 837: con quella vettura andò a messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, un atto simbolico che rompeva la prigionia volontaria dei pontefici all’interno del Vaticano. Fino agli anni Trenta le auto vaticane erano sprovviste di targa. Dal 31 gennaio 1930, data di arrivo del Regolamento per la circolazione degli autoveicoli che istituiva il Registro veicoli vaticano, anche le auto dei pontefici ebbero la targa. Per esempio, la Bianchi Tipo 15 era immatricolata con la targa diplomatica italiana CD 404.

Le targhe riservate alle vetture dei pontefici andavano dalla SCV 2 alla SCV 9, mentre la SCV 1 veniva applicata solo nel momento in cui il Papa doveva servirsene. In seguito, tutte le berline pontificie hanno iniziato a portare stabilmente la targa SCV 1. Con la firma dei Patti Lateranensi – l’11 febbraio 1929 –, le principali case automobilistiche internazionali fecero a gara per regalare ai pontefici i loro modelli di spicco.

Paolo VI iniziò a non usare la tradizionale berlina di rappresentanza: spesso, infatti, si spostava a bordo di fuoristrada scoperti o autocarri, che permettevano una maggiore visibilità della sua persona da parte dei fedeli. Dal 1975 si fece vedere in piazza San Pietro a bordo di una Toyota Land Cruiser, utilizzata per la prima volta in occasione delle celebrazioni per il Giubileo.

Per le grandi liturgie era sempre in uso l’antica sedia gestatoria. La sedia gestatoria non era mai piaciuta a Giovanni Paolo I, che era intenzionato ad abolirla, ma visto il problema della visibilità da parte dei fedeli fu costretto a reintrodurla. Fu Giovanni Paolo II a dismettere la sedia gestatoria per l’auto, che venne ribattezzata papamobile. Un termine che non piaceva a Papa Wojtyła, poiché lo considerava poco decoroso.

La prima papamobile fu la Land Cruiser di Papa Montini, che era stata targata SCV 2. Si riprese l’uso di assegnare alle vetture papali le targhe dal 2 al 9 per mettere in luce la diversa dignità della papamobile rispetto alla berlina di rappresentanza, che invece portava stabilmente la targa numero 1. Dal 1980 arrivò una Fiat 1107 Nuova Campagnola, targata SCV 3.

Nei viaggi internazionali di Giovanni Paolo II nacque l’usanza che il Paese ospitante fornisse un veicolo al Pontefice. All’estero sono state usate come papamobile autobus e autocarri modificati per il trasporto del Papa. Lo scenario fu rivoluzionato dall’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981. Quel giorno il pontefice si trovava a bordo della Campagnola. La tragedia evidenziò l’inadeguatezza delle misure di sicurezza adottate per proteggere il Papa. Fuori dal Vaticano, se non era possibile perquisire i fedeli con i metal detector, arrivò per il Papa una vettura blindata, con una cabina posteriore in vetro antiproiettile.

Su questo modello sono state allestite diverse vetture nel corso degli anni. Le papamobili “ufficiali” sono state una Mercedes-Benz 230 G e una Land Rover 110. Per entrare in Piazza San Pietro furono disposti il prefiltraggio del pubblico e l’uso dei metal detector. Lì il Papa ha continuato a servirsi della Fiat Campagnola. Nel 2002 la Mercedes 230 G e la Land Rover 110 sono state sostituite da una Mercedes-Benz ML 430 realizzata per Mercedes-Benz dalla carrozzeria torinese Stola, in servizio fino al 2012.

Le prime uscite per Roma Papa Francesco le fece a bordo di una Ford Focus blu per poi passare alla sua auto ufficiale, una Fiat 500 L bianca. L’ultima papamobile, quella che Papa Bergoglio ha potuto utilizzare una sola volta, il 20 aprile, è una speciale Mercedes Classe G elettrica, consegnata in Vaticano alla fine del 2024 dalla Casa tedesca per essere utilizzata dal Papa durante gli spostamenti in occasione del Giubileo. Non è quella trasformata in una clinica mobile per i bambini di Gaza.

La “papamobile della pace” è l’ultimo omaggio che Papa Francesco ha voluto fare ai più piccoli della Striscia di Gaza, dove quasi un milione di bambini è sfollato. Ha chiesto che la sua papamobile fosse trasformata in una clinica per piccoli. «Non è solo un veicolo, ma è la vicinanza del Papa per i più vulnerabili», ha commentato la Caritas di Gerusalemme.

La vettura di Francesco, ribattezzata “il veicolo della speranza”, è stata allestita con attrezzature per diagnosi, esami e trattamento di patologie. A bordo ci sono test rapidi per infezioni, vaccini, kit di sutura e forniture salvavita. Avrà medici e operatori sanitari per poter raggiungere i bambini negli angoli più remoti della Striscia di Gaza.

Anche l’ultimo viaggio di Papa Francesco si è svolto a bordo di una papamobile adattata a carro funebre. Era un pick-up Dodge Ram. La speciale papamobile dal Vaticano ha attraversato la città di Roma fino a giungere alla Basilica di Santa Maria Maggiore, scelta da Francesco come luogo di sepoltura. La papamobile utilizzata da Papa Bergoglio durante la sua visita a Timor Est nel 2024 ha sfilato per le strade di Dili, in occasione della scomparsa di Francesco, prima della Messa da Requiem in programma nella città.

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