Archivi tag: Turchia

Euro 2024: stop di due turni a Demiral per il saluto dei Lupi Grigi

Ansa

(lastampa.it, 5 luglio 2024)

Sta diventando sempre più un caso che va oltre il calcio quello scoppiato per l’esultanza con il gesto dei Lupi Grigi fatto dal difensore della Turchia Merih Demiral dopo il suo secondo gol contro l’Austria agli ottavi di finale degli Europei di Calcio. Come era stato ipotizzato, la Uefa lo ha infatti squalificato per due partite. Decisione che ha fatto infuriare anche il presidente turco Erdoğan, che ha addirittura puntato il dito sull’aquila presente sulla maglia della Germania, padrona di casa degli Europei.

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Le serie tv turche vanno anche meglio di quelle sudcoreane

(ilpost.it, 24 febbraio 2024)

Da almeno una decina d’anni le serie tv turche (che in Turchia sono chiamate dizi, abbreviazione di televizyon dizileri, serie televisive) stanno riscuotendo un successo internazionale notevole. Questi prodotti di intrattenimento hanno dato vita a un’industria di proporzioni enormi, al punto che, secondo le stime di Parrot Analytics (una società di analisi di dati) citate dall’Economist, attualmente la Turchia è il terzo Paese al mondo nell’esportazione di serie tv, dietro a Regno Unito e Stati Uniti.

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Il governo turco sta usando il calcio per attaccare Israele

di Valerio Moggia (linkiesta.it, 16 gennaio 2024)

È destinata a far discutere la vicenda di Sagiv Yehezkel, il calciatore israeliano arrestato domenica 14 gennaio in Turchia per via di un’esultanza dopo un gol in una partita della Süper Lig, il massimo campionato locale. Di mezzo ci sono ovviamente la guerra in Medio Oriente e la posizione politica del governo turco, notoriamente vicino alla Palestina. Dopo aver segnato, nel pomeriggio, il gol del pareggio del suo Antalyaspor contro il Trabzonspor, Yehezkel aveva esultato mostrando alle telecamere la fasciatura della sua mano sinistra, su cui aveva scritto «100 giorni dal 7 ottobre», ricordando la data degli attacchi di Hamas in Israele e il sequestro di diverse persone ancora in ostaggio.

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Il trionfo delle ragazze del volley, manifesto della Turchia laica

di Nadia Boffa (huffingtonpost.it, 4 settembre 2023)

Nella piazza principale di Smirne, roccaforte della Turchia laica, quattro milioni di abitanti circa, ieri sera c’erano decine di migliaia di persone. Tutte radunate davanti ad un maxischermo per guardare la finale dei Campionati Europei femminili di pallavolo, in cui era impegnata la Nazionale turca, che poi ha vinto contro la Serbia. Al quindicesimo punto del quinto set, quello che ha determinato la vittoria delle turche – allenate dall’italiano Daniele Santarelli – si è sentito un boato di voci di donne e poi un grido: «Loro sono le nostre sultane».

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Una serie tv su Atatürk ha creato un caso in Turchia

(ilpost.it, 4 agosto 2023)

Il prossimo 29 ottobre in Turchia si celebrerà l’anniversario dei 100 anni dalla nascita della repubblica. Per l’occasione la piattaforma statunitense di streaming Disney+ avrebbe dovuto far uscire Atatürk, una serie di 6 episodi sulla storia del “padre fondatore” della moderna Turchia: Mustafa Kemal Atatürk. Disney+ ha però fatto sapere di aver deciso di non distribuire più la serie, provocando molte critiche e l’avvio di un’indagine da parte del Consiglio supremo della Radio e della Televisione turco (l’agenzia del governo turco che si occupa di regolamentare le trasmissioni radiotelevisive).

Ph. Chris McGrath / Getty Images

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Soap power. Come le produzioni turche hanno fatto vincere Erdoğan

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 29 maggio 2023)

È l’estate del 2022 quando su Canale 5 fa il suo esordio la soap opera Terra amara, segnando il ritorno sulla rete ammiraglia Mediaset delle produzioni turche dopo i successi e gli ascolti record di Bitter sweet, Daydreamer, The brave and the beautiful e Love is in the air. Anche se molti spettatori italiani potrebbero non esserne consapevoli, ad Ankara questi prodotti, esportati in decine di Paesi nel mondo, non sono considerati semplice intrattenimento.

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Tifo e politica, in Turchia curve pericolose per Erdogan

di Davide Sarsini (agi.it, 5 marzo 2023)

Domenica 26 febbraio, Vodafone Arena di Istanbul: il Besiktas ospita l’Antalyaspor, la squadra della provincia turca devastata dal sisma del 6 febbraio, e i tifosi riversano sul campo una pioggia di peluche e sciarpe in solidarietà con le popolazioni terremotate. Poi scandiscono cori contro il presidente turco, Recep Erdogan, chiedendo le dimissioni del governo. È solo l’ultimo esempio di come gli stadi turchi si siano trasformati in una delle poche arene di dissenso contro il “Sultano”, che a metà maggio è atteso da elezioni politiche e presidenziali in cui rischia la prima vera sconfitta in un ventennio di potere.

Ipa / Fotogramma

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Turchia: 21 giorni dopo Helin Bölek muore anche Mustafa Koçak

di Antonella Napoli (articolo21.org, 26 aprile 2020)

A 21 giorni dall’addio a Helin Bölek, sua amica e compagna di lotta contro l’ingiustizia che stavano subendo insieme agli altri membri della loro band, i Grup Yorum, anche Mustafa Koçak, 28 anni, ha ceduto al 297° giorno di sciopero della fame nel carcere di Sakran. Il suo fisico non ha retto oltre l’estrema forma di lotta iniziata per chiedere la sua scarcerazione e quella degli altri amici detenuti e per denunciare il bando imposto ai loro live e alle altre attività culturali della band che dal 2016 non può più tenere concerti.grup-yorum Continua la lettura di Turchia: 21 giorni dopo Helin Bölek muore anche Mustafa Koçak

La Cina e tutti i regimi autoritari che provano a ripulirsi l’immagine con lo sport

di Lucio Palmisano (linkiesta.it, 28 ottobre 2019)

«Calcio e politica non possono dormire nello stesso letto». La frase tanto perentoria dell’ex attaccante del Real Madrid Jorge Valdano in un’intervista a El País di qualche giorno fa lascia più di qualche dubbio. Lo sa bene anche lui come il calcio, e più in generale lo sport, tenda spesso e volentieri a fare rima con politica e affari.

Ph. Fred Dufour / Pool / Afp
Ph. Fred Dufour / Pool / Afp

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Il calcio è una cosa troppo seria

di Giovanni Francesio (ilfoglio.it, 19 ottobre 2019)

Hai voglia a dire che bisogna tenere la politica fuori dagli stadi. Anche mio nonno me lo diceva sempre, “non bisogna mescolare politica e sport”, poi però tifava contro il Brasile perché Socrates era comunista. Non c’è niente da fare: la politica, negli stadi, ci entra sempre, e da tutte le parti. Nell’ultima settimana abbiamo visto davvero di tutto.

uefa.com
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