L’Eurovision non è solo musica, ma le “canzonette” coprono gli scricchiolii delle tensioni internazionali e talvolta neanche ci riescono. El País ha redatto una guida geopolitica per seguire meglio la finale di Basilea, anche alla luce dei movimenti geopolitici globali.
Giovedì sera, durante la seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest, la più seguita competizione musicale europea che quest’anno si tiene a Basilea, in Svizzera, si sono sentite urla di protesta all’inizio dell’esibizione di Yuval Raphael, la cantante che rappresenta Israele. È il secondo anno che la partecipazione di Israele è contestata alla competizione e il motivo è sempre lo stesso: la guerra nella Striscia di Gaza.
La settimana dell’Eurovision Song Contest 2025 è ufficialmente iniziata domenica 11 maggio con una sfilata vivace e colorata per le vie di Basilea, in Svizzera, dove migliaia di persone hanno accolto i 37 artisti in gara. L’evento ha dato il via alle celebrazioni che culmineranno nella finale di sabato, ma è stato segnato anche da proteste contro la partecipazione di Israele.
Sabato 26 aprile, durante i campionati europei Under 23 di scherma, la squadra svizzera ha protestato contro Israele. Durante la cerimonia di premiazione per la gara di spada (una delle specialità), vinta da Israele, gli schermidori svizzeri non si sono voltati verso la bandiera israeliana in segno di protesta.
La polizia antiterrorismo britannica ha fatto sapere che sta esaminando due video dei Kneecap, trio hip hop nordirlandese noto per le sue posizioni di sinistra e apertamente anti-israeliane, per valutare se avviare un’indagine formale. Il primo è uno spezzone di un concerto del novembre del 2023 in cui uno dei membri dei Kneecap si rivolgeva al pubblico dicendo «l’unico conservatore buono è un conservatore morto: uccidete il vostro deputato locale».
Susiya è un villaggio rurale palestinese, sulle colline a Sud di Hebron, in Cisgiordania. Lì è nato, 36 anni fa, Hamdan Ballal, e sempre lì – in quel territorio conteso tra Israele e Palestina –, nel tardo pomeriggio di lunedì 24 marzo, il regista palestinese è stato prima aggredito dai coloni israeliani e poi portato via dalla polizia. In quella zona Ballal, insieme ad altri tre registi, ha girato No Other Land, documentario premiato con l’Oscar da appena tre settimane.
Biancaneve, il nuovo live action con cui la Disney rivisita i suoi classici d’animazione più amati, uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 marzo. Ma c’è già chi ha visto il suo destino come segnato, soprattutto per via delle polemiche che l’hanno accompagnato fin dal suo annuncio e che non hanno smesso d’intensificarsi nelle ultime settimane.
Il ministro della Cultura di Israele, Miki Zohar, denuncia la vittoria agli Oscar del documentario palestinese-israeliano No Other Land [scritto, prodotto, diretto e montato da un collettivo israelo-palestinese composto da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal nel 2024 – N.d.C.] perché «distorce l’immagine di Israele nel mondo». Il duro j’accuse di Zohar è arrivato con un messaggio su X a poche ore dal trionfo a Los Angeles del film che documenta le demolizioni effettuate da Israele nel villaggio palestinese di Masafer Yatta, in Cisgiordania.
Lunedì [3 febbraio 2025] il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto con cui istituisce una sorta di versione russa dell’Eurovision Song Contest, la competizione musicale più seguita in Europa e uno dei principali eventi televisivi internazionali non legati allo sport. Si chiamerà Intervidieniye (traducibile come “Intervisione”) e si terrà nella regione di Mosca nel 2025.
Il 10 agosto la casa di produzione Walt Disney Pictures ha pubblicato un breve trailer del musical in live action (cioè con attori veri) Biancaneve, ispirato al primo film d’animazione Disney Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs) del 1937. È l’ultimo di una serie di remake di classici d’animazione che Disney ha fatto uscire al cinema negli ultimi anni riscuotendo un generale successo, sia tra gli adulti nostalgici dei cartoni della loro infanzia, sia tra i bambini che li vedono per la prima volta.