Archivio mensile:Febbraio 2021

Rihanna ha fatto arrabbiare l’India

(ilpost.it, 4 febbraio 2021)

Mercoledì la cantante Rihanna ha pubblicato su Twitter un articolo della Cnn invitando le persone a prestare maggiore attenzione alle proteste dei contadini in India. L’articolo spiegava come il governo indiano avesse bloccato l’accesso a Internet per alcuni giorni in diverse zone intorno alla capitale Nuova Delhi, dove ormai da più di due mesi centinaia di migliaia di contadini sono accampati per protestare contro l’introduzione di tre leggi sulla liberalizzazione del commercio agricolo. Il commento di Rihanna all’articolo era «perché non ne stiamo parlando?!». Il tweet, molto semplice, ha provocato la reazione quasi immediata del governo indiano, guidato dal nazionalista Narendra Modi, e dei suoi sostenitori, in un modo che è sembrato abbastanza coordinato e con una forza inusuale.

cnn.com / @rihanna via Twitter
cnn.com / @rihanna via Twitter

Continua la lettura di Rihanna ha fatto arrabbiare l’India

Tre soluzioni logistiche per evitare “il tavolino” di Giuseppe Conte

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 4 febbraio 2021)

Facendo una battuta, vista la fede romanista del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si potrebbe dire che quest’anno si sia assuefatto alle sconfitte a tavolino. Di certo la scena a cui si è assistito oggi, 4 febbraio – subito dopo l’incontro istituzionale con il premier incaricato Mario Draghi –, non è delle più riuscite dal punto di vista della comunicazione istituzionale, delle regole della regia e della più lineare semplicità logistica. Giuseppe Conte al tavolino offre l’immagine dell’Italia dei banchetti, dell’organizzazione dell’ultimo momento, dell’approssimazione e dell’improvvisazione. Non propriamente il biglietto d’addio, anzi d’arrivederci (visto soprattutto il tono delle dichiarazioni dell’ultimo bis-presidente del Consiglio), migliore possibile.

Ph. Fabio Cimaglia / Ipp
Ph. Fabio Cimaglia / Ipp

Continua la lettura di Tre soluzioni logistiche per evitare “il tavolino” di Giuseppe Conte

Nick Cave e gli altri: quando il politically correct è «la più infelice delle religioni»

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 17 gennaio 2021)

«La cancel culture è la distruzione dell’anima creativa, il politically correct è diventato la più infelice religione del mondo». A sostenerlo è Nick Cave che, con composta eleganza, sulle pagine del britannico Spectator sottolinea quanto possa essere «asfissiante per la società» quell’atteggiamento di colpevolizzazione e privazione di sostegno e gradimento, sovente espresso tramite i social media, nei riguardi di personaggi pubblici, aziende o prodotti culturali ritenuti portatori di un messaggio offensivo o politicamente scorretto. Il cantautore australiano è, in ordine di tempo, l’ultima delle celebrità che hanno palesato dissenso per una tendenza che rischia di trasformare la società in «inflessibile, paurosa, vendicativa e priva di senso dell’umorismo», sottolinea lui.

Getty / Harper’s Magazine
Getty / Harper’s Magazine

Continua la lettura di Nick Cave e gli altri: quando il politically correct è «la più infelice delle religioni»

“Trump? È un nostro uomo da 40 anni”: la rivelazione di un ex agente del Kgb

di Anna Ditta (tpi.it, 30 gennaio 2021)

Per quarant’anni i servizi segreti russi hanno coltivato rapporti con Donald Trump, che da presidente degli Stati Uniti sarebbe stato condizionato, nelle sue scelte, dai legami col Cremlino. A sostenerlo è Yuri Shvets, ex spia del Kgb che ha operato a Washington negli anni Ottanta ed è la principale fonte del nuovo libro del giornalista Craig Unger, intitolato American Kompromat. Secondo Shvets, Trump veniva considerato un “asset” dell’intelligence russa. “È un esempio di come le persone venivano reclutate quando erano studenti e poi arrivavano a posizioni importanti, qualcosa del genere è successa con Trump”, ha detto l’ex agente, ora 67enne, in un’intervista al Guardian. “Non c’era un grande piano di far sviluppare questo tizio che quarant’anni dopo sarebbe diventato presidente. A quel tempo i russi cercavano di reclutare come pazzi e andavano dietro a decine e decine di persone”, spiega Shvets.american_kompromat Continua la lettura di “Trump? È un nostro uomo da 40 anni”: la rivelazione di un ex agente del Kgb

La lezione del trumpismo: occorre un disarmo digitale

di Marco Morosini (huffingtonpost.it, 22 gennaio 2021)

L’abbiamo vista tutti la mazza con cui un “terrorista domestico” ha frantumato le vetrate del Parlamento degli Stati Uniti. Quella mazza è un simbolo appropriato per un tentativo di quattro anni di demolire la democrazia statunitense. Un vero incubo! Un’altra famosa mazza era già stata il simbolo del contrario: il sogno di una “liberazione digitale”. Con una grande mazza, infatti, il megaschermo del Grande Fratello veniva frantumato nel leggendario spot 1984 di Ridley Scott, con il quale Apple lanciò quattro decenni fa il suo rivoluzionario Macintosh, il “computer per tutti”. Quel mitico spot 1984 fu il più impressionante manifesto del “digitalismo politico”, detto anche “Ideologia Californiana”: un’era di libertà, intelligenza collettiva, democrazia diretta e potere popolare era alle porte.1984-Apple Continua la lettura di La lezione del trumpismo: occorre un disarmo digitale

L’evoluzione negli anni delle acconciature di regine e principesse

di Alessandra Paudice (vanityfair.it, 26 gennaio 2021)

Le famiglie reali hanno sempre avuto tradizioni pressanti, anche prevedibili, colpa (o merito) del protocollo da rispettare, delle etichette e delle formalità che regolano i loro rapporti sociali. Nel corso dei secoli e degli anni questa loro “immobilità” ha rappresentato una certezza per chi segue le loro vicende. Gli hair-style reali rientrano, come tanti altri dettagli estetici, in un più grande sistema di comunicazione che raramente subisce deroghe. Ogni acconciatura o taglio di capelli delle donne delle famiglie reali porta con sé messaggi che gli esperti o gli appassionati di storie dal sangue blu interpretano nel minimo dettaglio. È per questo che ogni colpo di testa, piccolo o grande che sia, non passa mai inosservato.

Sc Pool – Corbis / Corbis via Getty
Sc Pool – Corbis / Corbis via Getty

Continua la lettura di L’evoluzione negli anni delle acconciature di regine e principesse

Dietro la chioma della Botteri la subcultura del conformismo analfabeta

di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 13 gennaio 2021)

L’Affaire I-Capelli-della-Botteri, tragico a dirsi, è politicamente assai più rilevante di quanto non possa apparire invece ai molti distratti. Il fatto che abbia avuto inizio tra le maglie della satira di Striscia la notizia su Canale 5 nulla toglie alla sua essenza profonda, se non assoluta, alla sua desolante realtà. Assodato ancora che alla satira tutto deve essere concesso, pena l’assenza di doverosa ironia in chi volesse denunciare lo scempio laddove è invece doveroso mettere i baffi alla Gioconda. Ma qui il nodo è davvero altrove. In realtà, al di là di chi sia stato lo spinterogeno primo a mettere in moto l’intera questione, il Caso Botteri presenta e insieme conferma alcuni segnali subculturali, temo endemici, molto evidenti.GiovannaBotteri_capelli_Striscia Continua la lettura di Dietro la chioma della Botteri la subcultura del conformismo analfabeta