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Trump finisce in mezzo alla grande contesa dell’hip hop

6 Giugno 2025Readings on Star Politics50 Cent, Barack Obama, Biggie Smalls, Curtis James Jackson III, Dennis Rodman, Diddy, Donald Trump, hip hop, Ice Cube, Joe Biden, Kamala Harris, Kanye West, Lil Pump, Lil Wayne, P. Diddy, politica-per-media, political endorsement, Puff Daddy, Sean John Combs, Snoop Dogg, star politics, YeStar Politics

di Lorenzo Santucci (huffingtonpost.it, 3 giugno 2025)

«Non voglio distruggere niente, voglio solo che Donald Trump sia consapevole». Per 50 Cent (al secolo Curtis James Jackson III) l’affaire Diddy (Sean John Combs, già noto come Puff Daddy e poi P. Diddy) è una questione personale. Una semplice frase del presidente americano, che, a specifica domanda, ha detto di voler esaminare il caso del rapper accusato di traffico sessuale, associazione a delinquere e favoreggiamento della prostituzione, in vista della concessione della grazia presidenziale, ha fatto scattare subito il grande rivale.

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50 Cent: “Ho rifiutato 3 milioni di dollari per cantare per Trump”

5 Novembre 2024Readings on Star Politics50 Cent, DJ Envy, Donald Trump, Kanye West, Many Men, plutocrazia, politica-per-media, politica-spettacolo, political endorsement, star politics, The Breakfast Club, Usa 2024Star Politics

(repubblica.it, 30 ottobre 2024)

Anche 50 Cent si aggiunge alla lista di artisti americani che non vogliono avere niente a che fare con Donald Trump. Il rapper ha rifiutato un’offerta da 3 milioni di dollari per esibirsi al controverso raduno del candidato repubblicano alla Casa Bianca al Madison Square Garden di New York domenica scorsa, come lui stesso ha rivelato in un’intervista al programma radiofonico The Breakfast Club.

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Rap, rivendicazioni e nostalgie: il grande paradosso del Super Bowl

20 Febbraio 2022Readings on Star Politics50 Cent, biopolitica, Black History Month, Black Lives Matter, Colin Kaepernick, Dr. Dre, Eminem, Jay-Z, Jennifer Lopez, Kendrick Lamar, Mary J. Blige, Nfl, politica-per-media, Roc Nation, Shakira, Snoop Dogg, star politics, Super Bowl 2022, The Weeknd, Tupac ShakurStar Politics

di Sebastiano Pucciarelli / Tv Talk (huffingtonpost.it, 15 febbraio 2022)

Il Super Bowl è il grande paradosso dello spettacolo occidentale: la finale del campionato di football americano è l’evento televisivo più visto in assoluto, ma da decenni viene seguito più per le esibizioni musicali (e le pubblicità prodotte ad hoc) che per la partita. La voglia e la pazzia di snobbare il piatto principale per abbuffarsi di stuzzichini. Parliamo di un grande buffet per telespettatori, sempre intorno ai 100 milioni (da noi 336.000 nottambuli per un 6.9% di share su Rai 1, imprecisati su Dazn), e una pacchia per gli sponsor, che quest’anno pagavano 30 secondi di pubblicità anche 7 milioni di dollari. Il concerto nell’intervallo ne è costati tra i 15 e i 17. Biglietti a 3mila dollari e stadio finalmente pieno dopo la capienza più che dimezzata nel 2021, causa pandemia.

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