Archivi tag: gender inequality

Le cantanti spagnole che si stanno scoprendo il seno per rivendicare i diritti delle donne

(ilpost.it, 19 agosto 2023)

Nei momenti più intensi dei concerti dal vivo, può capitare che i musicisti o i cantanti si tolgano la camicia o la maglietta rimanendo a petto nudo. È un gesto che in Spagna hanno cominciato a fare anche alcune cantanti, sia per rivendicare i diritti delle donne sia per superare gli stereotipi legati al corpo femminile nudo e invocare la lotta per l’uguaglianza tra i generi. L’ultima cantante spagnola ad aver mostrato il seno in pubblico durante un concerto è stata Eva Amaral, che è anche la più famosa.

Ph. Paco Santamaría / Efe

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“Barbie” squarcia le certezze del Dragone

di Marco Lupis (huffingtonpost.it, 5 agosto 2023)

Lei bionda, alta, snella, occhi azzurri; lui biondo come lei, fisico palestrato, spalle quadrate, occhi altrettanto immancabilmente chiari. Parliamo di Barbie e Ken, la coppia più “rosa” dell’universo immaginario di Hollywood e sicuramente aderente al cento per cento ai canoni di bellezza tipicamente occidentali. Diciamo pure americani. Per questo non c’è da meravigliarsi se il nuovo film di cui, da noi, tutti parlano, ha avuto ben scarso successo nelle sale e tra il pubblico del resto del Mondo.

Warner Bros Pictures

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La rinascita del mito dell’Uomo Alfa in un’ondata (social) di Musk-olinità tossica

di Eugenia Nicolosi (alfemminile.com, 8 dicembre 2022)

La ricerca I ragazzi e il cyber bullismo, fatta da Ipsos per Save the Children, fotografa i social network come “la modalità d’attacco preferita dai cyber bulli”. Sì, perché la possibilità di dire o scrivere apertamente ciò che si pensa al riparo di uno schermo solletica la natura violenta (e misogina e razzista) di persone codarde e che hanno la tendenza a comportarsi da bulle.

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Poco donne. I capelli di Liz Truss e la disparità di genere

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 settembre 2022)

Cominciamo dalla mia grande preparazione in fatto di politica estera: fino a sei domeniche fa non avevo mai sentito nominare Liz Truss, che da lunedì è il nuovo capo dei conservatori inglesi, e quindi il loro nuovo primo ministro. Cominciamo dal mio approccio per niente superficiale alla politica: quando a fine luglio ho ritagliato quell’articolo su Liz Truss volevo vedere che faccia avesse, e cercandone le foto d’archivio la prima cosa che ho notato è quanti colori di capelli avesse cambiato. Ho pensato: ah, un altro caso Hillary Clinton. Se eravate vive negli anni Novanta ve ne ricorderete: i giornali pubblicavano pagine di foto coi cambiamenti di pettinatura di Hillary; se eravate vivi negli anni Novanta non ve ne sarete accorti: erano cambiamenti troppo impercettibili per lo sguardo maschile.

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Euro 2022: la vittoria delle Leonesse è una lezione sulla differenza di genere

di Alberto Cei (huffingtonpost.it, 2 agosto 2022)

Vi sono a mio avviso quattro indici che confermano che la vittoria della nazionale inglese femminile di calcio a Euro 2022 possa essere considerata come un evento che potrebbe influire positivamente anche sulle differenze di genere, e non solo nel calcio. La prima si riferisce all’estremo successo di pubblico di questo evento: quasi 90mila persone a Wembley, Londra piena di una folla numerosa non violenta ma felice, con migliaia di famiglie che hanno portato i figli/e a festeggiare. La seconda, sono state chiamate “le Leonesse” così come i loro omologhi uomini: potrebbe non essere stata la prima volta ma certo è un accostamento che spiega molto dell’evoluzione positiva del concetto di donna e calciatrice, almeno nel Regno Unito.

Ph. Alex Pantling / The FA via Getty Images

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Il giornalismo e il racconto dei vestiti delle persone

(ilpost.it, 27 dicembre 2021)

Qualche settimana fa, la giornalista di Repubblica Annalisa Cuzzocrea (che nel frattempo è passata alla Stampa) è stata attaccata dai sostenitori di Fratelli d’Italia per aver specificato che la leader del partito, Giorgia Meloni, fosse «interamente vestita di nero» durante una seduta parlamentare: con quella che ai suoi contestatori era sembrata una sarcastica allusione alle contiguità del partito con la storia fascista. Cuzzocrea aveva risposto che non ci fosse «alcun retropensiero» in quello che aveva scritto e che si trattasse di «un semplice dettaglio di cronaca, come può essere quello del dress code di un politico o di chiunque altro». Il mese scorso, due studenti di un liceo milanese che indossavano la gonna sono stati invitati dal loro professore di Storia a uscire dall’aula.

Ph. Drew Angerer / Getty Images

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Anna Muzychuk, la regina degli scacchi che rifiutò soldi e premi per i diritti delle donne

di Francesco Lommi (luce.lanazione.it, 26 giugno 2021)

Il vero nome della regina degli scacchi non è Beth Harmon come vogliono farci credere Scott Frank e Allan Scott, autori dell’omonima serie tv su Netflix, bensì Anna Muzychuk. Anna è una ragazza ucraina. Fin da bambina il richiamo della scacchiera è irresistibile, tanto che già a 9 anni inizia a partecipare a tornei con coetanei. E oltre ad avere una grande passione, dimostra un talento fuori dal comune. Dal 2003 al 2010 infatti conquista due campionati ucraini, un mondiale under 16 e un mondiale juniores. Nel 2012 viene insignita della massima onorificenza per uno scacchista: diventare Gran Maestro. Nel 2014 trionfa al campionato mondiale lampo femminile (il totale dei secondi accumulati mossa dopo mossa, durante la partita, non possono superare i 5 minuti), specialità in cui davvero non ha rivali.

Ph. David Llada / tehran2017.fide.com

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