Per gli estremisti americani la condanna di Trump è una dichiarazione di guerra

di Tess Owen (wired.it, 31 maggio 2024)

Le parole “Rip America” sono andate in tendenza su X quasi subito. Qualche minuto prima, una giuria popolare di New York aveva dichiarato Donald Trump colpevole di tutti i 34 capi d’accusa nel processo sulla falsificazione dei registri contabili legati a un pagamento effettuato alla pornostar Stormy Daniels per conto dell’ex presidente degli Stati Uniti. Le immagini di una bandiera americana capovolta – un simbolo che era già stato utilizzato nel 2020 da “Stop the Steal”, il movimento di estrema destra secondo cui la vittoria di Joe Biden alle presidenziali del 2020 sarebbe frutto di brogli – hanno inondato i social media, dove i sostenitori di Trump, frange estremiste, opinionisti e politici di destra hanno dato sfogo alla loro rabbia.

Ph. Alon Skuy / Getty Images

Fin dall’inizio del processo, i commentatori pro-Trump e lo stesso ex presidente – che è anche l’attuale candidato del Partito repubblicano alle elezioni del prossimo novembre – hanno preparato gli ambienti on line vicino al movimento Maga (ovvero i sostenitori di Trump, dallo slogan “Make America Great Again”) a urlare al complotto nel caso in cui la giuria lo avesse dichiarato colpevole. Com’era prevedibile, la reazioni alla condanna sono state rapide: in molti hanno definito la sentenza una dichiarazione di “guerra” da parte del “Deep State”, come vengono spesso definiti negli Stati Uniti i fantomatici poteri forti. La retorica violenta che dipingeva il verdetto di colpevolezza come un segnale del collasso dell’America è partita dalla destra mainstream americana per poi arrivare fino alle frange più estremiste.

«Da oggi, con questo falso verdetto di colpevolezza contro Trump, l’America non è più gli Stati Uniti» ha scritto il commentatore politico filo-trumpiano Joey Marianno ai suoi 466mila follower su X. «Siamo un cesso del Terzo Mondo che va verso una guerra civile. Non ho alcun desiderio di vedere questo Paese unificato. Non c’è alcun Paese da unificare». Molti dei principali sostenitori della teoria del complotto legata a “Stop the Steal”, culminata nella rivolta del 6 gennaio 2021 al Congresso, hanno prontamente dichiarato che il verdetto è il risultato di un sistema giudiziario «truccato».

In un video postato ai suoi 2,3 milioni di follower su X, il noto cospirazionista Alex Jones ha detto che il «Deep State e i globalisti» hanno sottoposto Trump a un tribunale «illegale» nella speranza che un verdetto di colpevolezza danneggiasse la sua campagna elettorale. «Signore e signori, la nostra Repubblica è sul letto di morte in questo momento» ha affermato Jones, annunciando imminenti «attacchi terroristici false flag che verrano imputati ai sostenitori di Trump arrabbiati». «Non vogliamo alcuna violenza, non vogliamo alcun attacco», ha aggiunto Jones.

Nemmeno il complottista di estrema destra Ali Alexander ha usato mezzi termini: «Oggi è il 6 gennaio per l’intera nazione», ha scritto su Telegram ai suoi 12mila iscritti. «Questo è peggio della guerra civile». Toni simili sono stati usati anche in televisione: «L’abbiamo definito lawfare [il ricorso a strumenti legali per danneggiare un avversario, N.d.R.]» ha commentato Jeanine Pirro del canale di destra Fox News, «ma credo che lawfare sia un termine troppo morbido, troppo benevolo. Questa è una guerra».

Poco dopo il verdetto della giuria, Trump si è sfogato sul suo social network, Truth, e in un’email per raccogliere fondi, ribadendo di essere vittima di una persecuzione politica perpetrata da un sistema corrotto e deciso a «rubargli» di nuovo le elezioni. «È una vergogna, un processo truccato da un giudice corrotto. Lotteremo per la nostra Costituzione. Questa storia è ben lontana dall’essere finita!», ha scritto l’ex presidente su Truth.

Le affermazioni di Trump sui “brogli” sono state ripetute dai suoi sostenitori. Charlie Kirk – il fondatore di Turning Point Usa, una no-profit che sostiene le proteste iniziate a seguito delle elezioni del 2020 – ha promosso teorie del complotto sull’esito del processo: «Questa causa è stata architettata per anni dai vertici dell’apparato democratico per far cadere Trump, usando una legge truccata in un tribunale truccato con una giuria truccata» ha scritto su X. «Dobbiamo vincere. Dobbiamo sconfiggere questi selvaggi. Rimanete al fianco di Trump». Oltre a postare una bandiera capovolta su X, la deputata estremista Marjorie Taylor Greene, una fedelissima di Trump, ha definito il processo una «farsa» orchestrata da «sinistra radicale e agenti del Deep State». «Non c’è niente che temano più di un’altra presidenza Trump», ha aggiunto.

La reazione delle frange di estrema destra è stata ancora più minacciosa. I canali del gruppo suprematista Proud Boys hanno risposto alla notizia della condanna con una sola parola: «Guerra». Anche su Patriots.win, il portale che ospita quello che una volta era il subreddit [forum tematico autogestito dagli utenti della piattaforma Reddit, N.d.C.] “The Donald” – uno dei luoghi dov’è stata organizzata la rivolta del 6 gennaio 2021 –, non si sono fatti attendere i commenti allarmanti: «Ci sono solo due scelte a novembre, Trump o la guerra civile, spero nella prima ma mi preparo alla seconda», ha scritto un utente. La rabbia è esplosa anche nell’attivissima chat di Telegram dedicata al podcast dell’ex stratega di Trump, Steve Bannon (che però non è ufficialmente affiliata al programma): «Sono pronto a combattere di nuovo! Questa volta non ci ritireremo fino a quando tutti i globalisti non se ne saranno andati! Non sono mai stato così arrabbiato in vita mia», ha scritto un utente.

In generale, però, la galassia filo-trumpista sembra concordare sul fatto che il verdetto di colpevolezza aumenta le possibilità di vittoria di Trump a novembre. «Questa finta condanna farà solo salire i numeri di Trump nei sondaggi», hanno scritto i Proud Boys del New Jersey su Telegram. «Se importi il Terzo Mondo, diventi il Terzo Mondo. È quello che abbiamo appena visto. Questo non fermerà Trump. Vincerà le elezioni se non verrà ucciso prima» ha scritto l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson su X. «Ma è la fine del sistema giudiziario più equo del mondo. Chiunque difenda questo verdetto è un pericolo per voi e per la vostra famiglia».

È molto probabile che Trump, che è passato alla storia come il primo ex presidente americano a subire una condanna per un reato, ricorra in Appello. La pena sarà stabilita l’11 luglio e può arrivare a un massimo di quattro anni di carcere. Stando a quanto riportato da Axios, però, il giudice potrebbe optare per la libertà vigilata o per gli arresti domiciliari. La Convention nazionale del Partito repubblicano, che certificherà lo status di Donald Trump come candidato presidente del Partito repubblicano, inizierà qualche giorno dopo, il 15 luglio.

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