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Donald Trump si è pentito di non aver vietato Facebook e Twitter mentre era presidente

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 9 giugno 2021)

Con un social network naufragato ancor prima di essere annunciato, Donald Trump sulla questione di Twitter in Nigeria ha rilasciato una serie di dichiarazioni su quanto accaduto la scorsa settimana. Twitter ha deciso di rimuovere un post di Muhammadu Buhari contro i secessionisti e il governo ha provveduto a bannare Twitter dal Paese. Decisione celebrata dall’ex presidente degli Stati Uniti, che è arrivato a congratularsi con la Nigeria per l’azione compiuta contro la piattaforma che «ha messo al bando il suo presidente». Si sente ovviamente toccato nell’intimo, il tycoon, tanto da dire che forse lui stesso avrebbe dovuto bannare Facebook e Twitter mentre era presidente.

Ipp / Zuma Press
Ipp / Zuma Press

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Trump resterà sospeso da Facebook per almeno due anni

(ansa.it, 5 giugno 2021)

Donald Trump è sospeso da Facebook per due anni. Lo annuncia il social network, sottolineando che al termine dei ventiquattro mesi gli esperti valuteranno di nuovo il caso. Trump potrà essere riammesso solo se le condizioni lo permetteranno. La decisione di Facebook segue le valutazioni del suo Oversight Board, che, il mese scorso, aveva criticato la sospensione senza scadenza dell’ex presidente degli Stati Uniti. «Data la gravità delle circostanze che hanno portato alla sospensione di Trump, riteniamo che le sue azioni costituiscano una seria violazione delle nostre regole che merita la maggiore sanzione. Sospendiamo i suoi account per due anni a partire dalla data della sua iniziale sospensione, il 7 gennaio di quest’anno», afferma Facebook.

Ansa
Ansa

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Trump ha chiuso la sua pagina web ma potrebbe tornare in streaming

(agi.it, 2 giugno 2021)

La pagina web di Donald Trump (From the Desk of Donald J. Trump), con la quale divulgava comunicati da quando è stato bandito dai social media, è stata definitivamente chiusa. Lo ha reso noto il suo portavoce, Jason Miller, parlando sulla Cnbc. «Era sono un ausilio all’impegno sul quale stiamo lavorando», ha detto Miller, annunciando «presto» novità. Intanto, secondo le anticipazioni di Axios, l’ex presidente degli Stati Uniti starebbe valutando una propria compagnia d’informazione che comprenderebbe anche un servizio in streaming denominato Trump Plus.

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Finalmente l’Europa alza la voce con le Big Tech: cambiate gli algoritmi, state alimentando fake news

di Giulio Alibrandi (tpi.it, 26 maggio 2021)

La Commissione Europea ha chiesto a piattaforme di social media come Facebook, Google e Twitter di cambiare i propri algoritmi per fermare la diffusione di contenuti falsi. Secondo quanto riportato da Politico, le nuove regole, alle quali le piattaforme per ora potranno aderire su base volontaria, potrebbero rappresentare l’intervento finora più significativo da parte di qualsiasi autorità di regolamentazione sulla riservatezza degli algoritmi che regolano il flusso di contenuti distribuiti a miliardi di persone nel mondo. Le norme fanno parte della revisione del codice di condotta siglato nel 2018 con le principali piattaforme di social media, che, negli ultimi tre anni, non avrebbe fatto abbastanza per contrastare la diffusione di falsità sui social stessi durante le elezioni politiche e, soprattutto, la pandemia.

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Facebook ha deciso di affrontare il tema del diritto di satira

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 24 maggio 2021)

Un meme della discordia che potrebbe condizionare la politica dei social network in termini di ironia e satira. La decisione dell’Oversight Board del social di Mark Zuckerberg – che ha il compito di valutare le decisioni prese dai vertici di Menlo Park – ha ribaltato la “censura” portata avanti dalla piattaforma nei confronti di un’immagine dissacrante che aveva l’obiettivo di “denunciare” il comportamento della Turchia sul genocidio armeno. Questa scelta apre un vasto confronto sul diritto di satira su Facebook (e sui social in generale), che, molto spesso, viene superato dagli algoritmi e da valutazioni che non riescono a stabilire il confine labile tra la macabra ironia e la denuncia satirica.

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In Kenya la satira sfida il potere

di Patrick Gathara (internazionale.it, 13 maggio 2021)

“In un periodo come questo serve una caustica ironia, non un ragionamento convincente”, dichiarò l’abolizionista statunitense Frederick Douglass nel 1852. Si riferiva alla futilità di discutere della schiavitù in un Paese in cui la Costituzione dichiarava la libertà un diritto fondamentale. Invece di cercare di convincere il suo pubblico dell’ovvio, Douglass usò l’umorismo come un’arma contro le incoerenze dello schiavismo negli Stati Uniti dell’Ottocento. Ma avrebbe potuto riferirsi anche al Kenya di oggi, dove ogni giorno il governo fa cose assurde. Il 18 aprile la polizia ha chiuso alcune delle principali strade di Nairobi con il pretesto di far rispettare il coprifuoco deciso per il Covid-19, provocando lunghi ingorghi. Nel traffico della Capitale sono rimaste bloccate ambulanze, genitori con bambini piccoli e lavoratori.

Ph. Yasuyoshi Chiba / Afp
Ph. Yasuyoshi Chiba / Afp

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Il “nuovo” social network di Donald Trump

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 5 maggio 2021)

Gennaio 2021: Donald Trump viene bannato dai principali social network, sbattuto fuori dalla porta principale. Maggio 2021: Donald Trump prova a rientrare su quegli stessi social network dall’ingresso di servizio, sperando di non essere visto, ma che – allo stesso tempo – la sua presenza si noti. Annunciato in pompa magna qualche mese fa, l’ex presidente degli Stati Uniti ha mantenuto la sua promessa. La piattaforma è proprietaria, si chiama donaldjtrump.com e ha come testata di apertura il claim From the desk of Donald J. Trump.

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Quando l’indignazione conviene agli algoritmi

di Ezra Klein (internazionale.it, 2 maggio 2021)

A marzo Alexi McCammond, da poco nominata direttrice della rivista Teen Vogue, si è dimessa per le polemiche su una serie di tweet offensivi che aveva scritto dieci anni fa, quando aveva diciassette anni. A gennaio Will Wilkinson ha perso il suo lavoro di vicepresidente del Niskanen Center, un centro studi conservatore, per un tweet satirico in cui diceva in modo ironico che i repubblicani volevano impiccare Mike Pence, che allora era vicepresidente degli Stati Uniti; Wilkinson è stato sospeso anche dal suo incarico di editorialista del New York Times. Discutere se queste sanzioni siano state giuste o meno è sbagliato, perché non si è trattato di verdetti ponderati presi nell’interesse della collettività, ma di azioni di aziende che fanno i propri interessi, e che hanno deciso che i loro dipendenti erano diventati un peso.

Getty Images
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La decisione di Facebook sul ban di Trump cambierà per sempre i social network

di Viola Stefanello (wired.it, 24 aprile 2021)

Novanta giorni per prendere forse la decisione più complessa della propria carriera: era questa la sfida che si prospettava per l’Oversight Board, il colossale comitato di esperti assemblato da Facebook per valutare indipendentemente le proprie decisioni più controverse in materia di moderazione dei contenuti che si trova a dover decidere se riabilitare il profilo di Donald Trump. Il 45esimo presidente degli Stati Uniti è infatti stato espulso da Facebook e Instagram – oltre che da altre grandi piattaforme che non fanno capo a Mark Zuckerberg, come Twitter – dopo l’assalto al Campidoglio ad opera di centinaia di suoi sostenitori il 6 gennaio, che aveva portato a cinque morti.

Ph. Mike Kemp / In Pictures - Getty Images
Ph. Mike Kemp /
In Pictures – Getty Images

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La Premier League boicotta i social per protestare contro il razzismo

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 26 aprile 2021)

Nessun tweet dopo una vittoria. Nessun post su Facebook dopo un gol meraviglioso. Nessun sondaggio su Instagram per i tifosi. La Premier League boicotta i social per protesta: a lei si uniranno anche la English Football League e la Women’s Super League. L’obiettivo è chiaro e punta a combattere i vergognosi episodi d’intolleranza e razzismo che si verificano praticamente a cadenza quotidiana e che, spesso, utilizzano proprio i social network come veicolo principale per la loro diffusione. L’iniziativa partirà il 30 aprile e andrà avanti per quattro giorni: le società hanno deciso che, in quel lasso di tempo, non utilizzeranno né Facebook né Twitter né Instagram per le loro comunicazioni.

Ph. Daniel Murphy / Foto Ipp
Ph. Daniel Murphy / Foto Ipp

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