Archivi tag: Benito Mussolini

Architettura e urbanistica alle prese con l’eredità fascista

di Manuel Orazi (ilfoglio.it, 19 aprile 2023)

Il centenario della Marcia su Roma, Fratelli d’Italia con la fiamma nel simbolo, la trilogia M di Antonio Scurati, Dante pensatore di destra secondo il ministro Sangiuliano, il pestaggio al Liceo Michelangiolo di Firenze, Ignazio La Russa su Via Rasella, la cancel culture anglosassone hanno riacceso la discussione sull’eredità dei regimi coloniali degli ultimi due secoli fino a mettere in discussione non tanto le statue di schiavisti, monarchi e intellettuali (come il montanelloide dei giardini di Porta Venezia) ma persino quella dedicata a Gandhi – razzista!

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Il manager che copia il Duce

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 14 marzo 2023)

Abbiamo tutti sottovalutato lo scoop su Claudio Anastasio, il dirigente della partecipata nata per gestire il software di Inps, Istat e Inail che si è dimesso questa mattina, all’ora delle decisioni irrevocabili (“Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall’incarico di componente del cda e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato”, ha scritto). La vera notizia non è che un manager di nomina governativa abbia inviato ai componenti del Consiglio di Amministrazione un’email che cita verbatim il discorso del 3 gennaio di Mussolini, fatta salva l’accortezza di sostituire a “fascismo” il nome “3-I”.

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La moda delle chatbot per parlare con i “personaggi storici”

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 24 gennaio 2023)

Tutti ne parlano, tutti vogliono usarla. Alcuni, però, esagerano. L’evoluzione digitale ha portato la luce dei riflettori sull’evoluzione e la possibilità di fruizione di programmi applicativi basati sull’Intelligenza Artificiale. Una piccola porzione di ciò è stata dedicata allo sviluppo di app mobile come delle vere e proprie chatbot per dialogare con alcuni personaggi storici.

giornalettismo.com

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Bobi Wine, da popstar a leader d’opposizione in Uganda

di Ilaria Solari (esquire.com, 23 ottobre 2022)

Lo hanno soprannominato lo Zelensky africano, forse perché Bobi Wine, nome d’arte di Robert Kyagulanyi Ssentamu, popolare musicista e leader del principale partito d’opposizione nell’Uganda totalitaria del presidente Yoweri Kaguta Museveni, al potere dal 1986, è un artista come il presidente ucraino. Un musicista, per la precisione. Curiosamente, anche il suo curriculum registra la partecipazione a un talk-show, per quanto lontana nel tempo.

Courtesy of “Bobi Wine: The People’s President”

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I guai dell’Argentina non si risolvono con i Mondiali

(ilpost.it, 13 dicembre 2022)

La ministra del Lavoro argentina Kelly Olmos ha recentemente dichiarato che nel mese di dicembre la priorità è «vincere il Mondiale, più che combattere l’inflazione». Si è poi dovuta scusare, ma questa dichiarazione dice molto sullo stato delle cose in Argentina. La speranza di una vittoria ai Mondiali di calcio sta in un certo senso distogliendo l’attenzione della popolazione e della sua classe politica dalla grave condizione economica, sociale e politica che sta affliggendo il Paese.

Ph. Matthias Hangst / Getty Images

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La verità sullo schiaffo di Toscanini

di Susanna Schimperna (huffingtonpost.it, 18 maggio 2022)

L’episodio, famosissimo perché spinse il Maestro a lasciare l’Italia, dove farà ritorno solo dopo la caduta del regime, nel 1946, è ricordato come “lo schiaffo di Toscanini”, il che può dar luogo ad equivoci: non fu lui a tirare uno schiaffo, ma lo prese. Sonoro. Assestato sulla guancia sinistra e vicino al labbro. 14 maggio 1931: al Teatro Comunale di Bologna è in programma un concerto per commemorare Giuseppe Martucci, e a dirigerlo sarà Arturo Toscanini.

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Jim Carrey lascia Twitter con un nudo contro Elon Musk

(repubblica.it, 30 novembre 2022)

Se manterrà la sua promessa, ci mancherà Jim Carrey su Twitter. Con la sua ironia, i suoi messaggi trasversali, le sue battute e anche i suoi attacchi, come quando ha messo a testa in giù Benito Mussolini suscitando l’ira della nipote Alessandra.

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“Marcia su Roma” svela le bugie del fascismo

di Francesco Boille (internazionale.it, 24 ottobre 2022)

«Sapevo di citare Mussolini. Mussolini era Mussolini. Ok. È una bella citazione, molto interessante. So chi l’ha detta. Ma che differenza fa se è Mussolini o qualcun altro? È sicuramente una frase molto interessante. C’è un motivo se ho 14 milioni di follower tra Facebook e Twitter. È una citazione interessante che può essere fonte di dibattito». Il prologo si concentra su Donald Trump.

I Wonder Pictures / Palomar Mediawan

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Una campagna elettorale show

di Michele Magno (ilfoglio.it, 24 settembre 2022)

All’inizio del Novecento l’avanguardia futurista italiana esaltava il varietà perché meraviglioso ed eccentrico, antintellettuale e popolare, capace di stupire, divertire, emozionare, abbindolare gli spettatori con la rapidità e il sensazionalismo del suo messaggio. Il teatro della sorpresa, come titolava il manifesto firmato da Filippo Tommaso Marinetti e Francesco Cangiullo nel 1921, doveva perciò gettare alle ortiche ogni scoria élitaria e diventare alogico, irreale. Artificio, comicità, imprevedibilità, testi scarni e insignificanti personaggi erano i canoni e i valori della drammaturgia futurista. Nel 1961 Martin Esslin pubblica The Theatre of the Absurd, dove campeggiano i nomi di Samuel Beckett, Eugène Ionesco, Jean Genet, capostipiti di un genere letterario celebre per il suo humour grottesco, le sue atmosfere surreali, il suo linguaggio ripetitivo, frammentato, privo di senso.

Ph. Domenico Stinellis / Ap

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I novant’anni della Mostra del cinema di Venezia

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 25 agosto 2022)

Oltre un secolo fa, ben prima del turismo di massa e dello spopolamento di Venezia, le isole della Laguna erano frequentate da pochi e privilegiati viaggiatori stranieri, perlopiù russi, europei e nordamericani. A cavallo tra l’Otto e il Novecento, Venezia continuava a esercitare un grande fascino all’estero e su un certo turismo d’élite, ma era anche caduta in uno stato di decadimento che nel 1902 portò al crollo del campanile di San Marco, sbriciolatosi su sé stesso in un giorno di luglio dopo decenni d’incuria. L’evento fu significativo e risvegliò la città dal suo lungo torpore, almeno fino alla Seconda guerra mondiale. Già da fine Ottocento, l’aristocrazia locale rifletteva su come rinnovare la sua immagine e ridare slancio a una città che sembrava averne esauriti. Non a caso nel 1895 un gruppo di intellettuali sostenuto dai sindaci di quel decennio, Riccardo Selvatico e Filippo Grimani, aveva inaugurato ai Giardini di Castello «una serie biennale di esposizioni artistiche, in parte libere, in parte su inviti» che oggi conosciamo comunemente come la Biennale, una delle più importanti e longeve esposizioni d’arte contemporanea al mondo, la più grande in Italia.

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