Archivio mensile:Settembre 2022

Addio a Godard, che occupò il Festival di Cannes

di Gabriele Niola (esquire.com, 13 settembre 2022)

A iniziare tutto fu Geraldine Chaplin. Era protagonista di un film di Carlos Saura intitolato Peppermint Frappé e la sera della prima del film al Festival di Cannes è lei ad impedire che il film parta; lo fa con un gesto clamoroso, appendendosi alle tende che dovrebbero scoprire lo schermo e così impedendo l’inizio della proiezione. Scoppia la rivolta. Erano circa dieci giorni che l’edizione del 1968 del Festival era partita ed erano stati dieci giorni da Maggio francese, fatti di film le cui proiezioni erano saltate, cineasti schierati contro cineasti non schierati, confusione e proteste in strada da parte dei registi della Nouvelle Vague, i più fortemente a favore dell’interruzione per dare spazio alle istanze dei movimenti rivoluzionari. Dopo Peppermint Frappè c’è l’irruzione e il Festival quindi chiude, perché nessuno può più entrare nel palazzo del cinema.

Ph. Larry Ellis / Getty Images

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Grace Kelly, icona di stile

di Ilaria Perrotta (vanityfair.it, 14 settembre 2022)

Non è da tutti trasformare un piccolo principato da impervio tratto di scogliere a regno del glamour e focus del lifestyle più chic. Non è da tutti, ma solo da Grace Kelly. Era il 12 settembre 1982 quando l’attrice hollywoodiana diventata principessa precipitava con una Rover 3500 da tre posti in una strada panoramica che collega Roc Agel a Monte Carlo. Quaranta metri di salto nel buio, come quarant’anni dalla scomparsa, avvenuta due giorni dopo l’incidente, il 14 settembre. Seduta accanto a lei in macchina la figlia Stéphanie, sopravvissuta per miracolo. A occupare il terzo posto, quello per cui lei — che non amava guidare — aveva rinunciato all’autista, un baule di abiti da portare al sarto per alcuni ritocchi in vista di una trasferta parigina. Proprio per la moda o forse, meglio, per quell’attitudine innata all’eleganza che la spingeva ad apparire sempre al meglio, Grace Kelly probabilmente è scomparsa.

Getty Images

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Chi è stata Serena Williams

di Riccardo Congiu (ilpost.it, 3 settembre 2022)

La sconfitta agli US Open contro Ajla Tomljanovic segna la fine della carriera di Serena Williams da giocatrice di tennis, lo sport in cui è stata molto probabilmente la più forte di tutti i tempi. A quasi 41 anni, Williams è stata complessivamente numero 1 al mondo per 319 settimane — più o meno 6 anni — e ha vinto 73 titoli nel circuito maggiore, di cui 23 nei tornei del Grande Slam, i più importanti e prestigiosi: più di chiunque altro nel tennis moderno, sia maschile sia femminile. Nella lettera a Vogue con cui aveva annunciato il suo ritiro, qualche settimana fa, Williams ha detto di sperare che con il passare degli anni le persone arrivino a pensare a lei come «un simbolo di qualcosa di più grande del tennis». In realtà ci sono molte ragioni per dire che è già successo, e i suoi record non bastano a spiegare perché sia quasi unanimemente considerata la più grande di sempre.

Ph. Alessandra Tarantino / Ap

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Come si è ridotto il red carpet della Mostra di Venezia, preda dei “morti di follower”

di Manuela D’Alessandro (agi.it, 9 settembre 2022)

Quest’anno sul red carpet di Venezia è successa una cosa mai vista. Una proposta di matrimonio si è intromessa nella sfilata sul rosso del cast di The Son, il film drammatico in cui Hugh Jackman interpreta il padre di un figlio depresso. Alessandro Basciano ha chiesto in ginocchio a Sophie Codegoni di sposarlo porgendole un anello a celebrare la svolta della storia nata durante Il Grande Fratello. Belli, giovani, influencer, stanno facendo impazzire Instagram postando ogni frammento della loro avventura, ma attirando anche la ferocia di chi vede in questo episodio il momento più cafone della “desacralizzazione” del tappeto in corso da qualche tempo. Non più ambita striscia che possono calcare solo i divi, o almeno chi abbia un qualche legame col cinema, ma un tappeto “in vendita” accessibile a chiunque debba promuovere sé stesso o un prodotto, che sia un diamante o un telefonino.

Starpix / Apa-PictureDesk via Afp

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Con “Signs” Shyamalan ci ha raccontato le conseguenze dell’11 settembre

di Giulio Zoppello (wired.it, 2 agosto 2022)

Parlare di Signs di M. Night Shyamalan significa riabbracciare il film di uno dei registi più divisivi che si ricordino nel panorama cinematografico moderno. Le sue opere sono sempre state indicate o come dei passi falsi clamorosi, oppure salutate come una ventata di novità, fantasia e originalità. Shyamalan ha saputo illuminare più di una volta il grande schermo con opere di grande bellezza e profondità. Signs è senza ombra di dubbio uno degli sci-fi migliori del XXI secolo, ma più ancora una metafora assolutamente perfetta per parlarci del trauma dell’11 settembre e, soprattutto, di come l’America ne è uscita. E, si badi bene, che tale processo, come sappiamo, non ha avuto un risultato positivo e fu proprio lui, vent’anni fa, ad anticiparlo tra le righe di questa narrazione affascinante.

The Walt Disney Company

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Steve Bannon è stato incriminato per riciclaggio, truffa e cospirazione

(ilpost.it, 8 settembre 2022)

Steve Bannon, ex consigliere e stratega dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è stato formalmente incriminato nello Stato di New York per riciclaggio di denaro, truffa e cospirazione per il caso dell’associazione “We Build The Wall”. L’associazione era stata fondata da Bannon e altri per raccogliere donazioni che avrebbero dovuto contribuire a costruire un muro in un tratto del confine tra Messico e Stati Uniti, allo scopo di fermare i migranti: si era però scoperto che una parte dei soldi raccolti era stata usata da Bannon e da altre tre persone per spese personali, e ad agosto del 2020 Bannon era stato arrestato. A gennaio del 2021, nel suo ultimo giorno da presidente, Trump aveva concesso la grazia a Bannon (e con lui ad altre 142 persone), evitandogli un processo federale per quelle accuse.

Ph. Alex Kent / Afp – Getty Images

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Elisabetta cala dal cielo in paracadute scortata da James Bond

di Fabio Cavalera (Corriere della Sera, 28 luglio 2012)

L’inchino della bandiera alla regina: è questo il punto di svolta possibile della storia olimpica. E forse, simbolicamente, qualcosa di più grande della sola storia olimpica. Che cosa faranno gli americani? Abbasseranno il drappo a Stelle e Strisce davanti a sua maestà Elisabetta attorniata dalla famiglia e da ottanta fra capi di Stato e di governo arrivati in bus? La signora dei Windsor è la star di questi Giochi: chi l’avrebbe mai detto che proprio lei si prestasse a una scena con James Bond, Daniel Craig in smoking. La seria, impassibile sovrana che nella magia della cerimonia inaugurale diventa attrice e nella finzione di un filmato viene scaraventata giù da un elicottero assieme a 007: il suo ingresso (vero) nello stadio è preceduto da un trucco cinematografico a effetto. Elisabetta si è superata.

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La corsa elettorale del treno delle vanità

di Sara Gentile (huffingtonpost.it, 5 settembre 2022)

Il martellare dei telegiornali e dei talk show, innanzitutto, in questi giorni non è informazione, ma piuttosto un guardare dal buco della serratura, una forma di voyeurisme politico che non informa, né agevola la partecipazione dei cittadini alla cosa politica. Il giornalismo, quello televisivo, deve interrogarsi su ciò, e i politici pure. Ritengo che il potere nelle sue prassi e meccanismi abbia necessità di una parte di riservatezza che è propria della sua natura, quella che gli consente di prendere decisioni fuori dal tifo da stadio o dalle imprecazioni degli scontenti. Voglio dire non gli arcana imperii di una volta, la segretezza che permette tutti gli arbitrii, ma il limite di una soglia oltre la quale tutto diventa curiosità gratuita e, inoltre, toglie al potere una delle sue insegne importanti: non essere svenduto alle bancarelle dei media come una storia qualunque.

Ph. Roberto Monaldo / LaPresse

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Sean Penn e Ben Stiller banditi a vita dalla Russia

a cura di Gennaro Marco Duello (fanpage.it, 5 settembre 2022)

Sean Penn e Ben Stiller sono stati “blacklistati” dalla Russia. Sono nella nuova lista di 25 cittadini statunitensi che non sono graditi in terra russa. Una risposta di Putin alle sanzioni personali che continuano ai danni della Russia da parte dell’amministrazione di Joe Biden. Penn e Stiller sono tra le personalità americane che hanno dato pieno appoggio al governo di Zelensky ed è per questo che sono stati entrambi messi nella black list, com’è stato anche annunciato dal ministro degli Esteri russo. Con una nota diffusa all’agenzia di stampa nazionale, Sergej Viktorovič Lavrov ha reso nota la misura: «In risposta alle sanzioni personali in continua espansione dell’amministrazione Biden contro i cittadini russi, è stato introdotto un divieto d’ingresso in Russia contro un altro gruppo di persone tra membri del Congresso degli Stati Uniti, funzionari di alto rango, rappresentanti del mondo degli affari e comunità di esperti, così come figure culturali (25 persone), su base permanente».

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