TikTok bloccato negli Usa, Trump: “Salviamolo”

Ap

(agi.it, 19 gennaio 2025)

L’America si è svegliata senza TikTok. Milioni di utenti statunitensi che hanno tentato di accedere alla piattaforma si sono trovati davanti a un messaggio che li informa che è entrato in vigore un divieto nazionale e che si spera nell’intervento del presidente entrante Donald Trump. «Purtroppo per ora non puoi usare TikTok» recita il messaggio, «siamo fortunati che il presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi per trovare una soluzione per ripristinare TikTok una volta entrato in carica».

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$TRUMP, il meme coin di Donald Trump

(ilpost.it, 19 gennaio 2025)

Venerdì sera, mentre era ospite a un evento dedicato alle criptovalute a Washington, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato il lancio di un proprio “meme coin” (una criptovaluta ispirata a un meme o a un fenomeno di cultura pop che non ha un valore intrinseco nel mondo reale, ma viene scambiata tra investitori attraverso un registro digitale chiamato blockchain). I “meme coin” più famosi sono i dogecoin.

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Il trumpiano Nile Gardiner all’attacco di Harry e Meghan

AI-generated / workpermit.com

(adnkronos.com, 17 gennaio 2025)

Harry e Meghan stanno abusando dei loro titoli reali per promuovere inappropriate convinzioni «politiche». Lo sostiene Nile Gardiner, direttore del Margaret Thatcher Center for Freedom e Bernard and Barbara Lomas Fellow presso la Heritage Foundation, il quale ha dichiarato al Daily Beast che le critiche dei Sussex alla decisone di Meta di eliminare il fact-checking suoi social media sono una «questione profondamente politica».

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Trump nomina Stallone, Gibson e Voight suoi “ambasciatori speciali” a Hollywood

Getty Images

(agi.it, 17 gennaio 2025)

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato gli attori Sylvester Stallone, Jon Voight e Mel Gibson “ambasciatori speciali” a Hollywood per fargli da “occhi e orecchie” nell’industria cinematografica, che è in larga parte pro-Democratici. Stallone, 78enne newyorkese che ha interpretato Rambo e Rocky, ha aperto un gala per il presidente eletto a metà novembre nel suo feudo di Mar-a-Lago in Florida.

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Il sosia cinese di Elon Musk

(adnkronos.com, 15 gennaio 2025)

Ci sono due Elon Musk. Uno è il magnate proprietario di X, Tesla e SpaceX. L’altro, noto come Yilongma, è il sosia cinese dell’uomo più ricco del mondo. La somiglianza con l’originale è impressionante e fa colpo anche sul miliardario. Musk, ovviamente su X, riposta un video con una “performance” del suo doppione.

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In Cina è virale un Trump-Buddha in porcellana

Ph. Martin Pollard / Reuters

(agi.it, 13 gennaio 2025)

Donald Trump non è tipicamente noto per la sua calma o riservatezza, ma nel laboratorio di un artigiano nella Cina rurale il presidente americano eletto appare in contemplazione divina. A gambe incrociate e con gli occhi socchiusi in una posa che evoca il Buddha, questa versione in porcellana del tycoon è opera del designer e scultore cinese Hong Jinshi.

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La battaglia dei tecnoligarchi contro l’Ue

Igor Omilaev / Unsplash

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 14 gennaio 2025)

Sottoposti come siamo a un bombardamento costante di insensatezze sempre più grottesche, è probabile, è umano, è persino auspicabile che abbiate già dimenticato la disfida dei tecnomiliardari. Mi prendo dunque volentieri – perché dovrei soffrire solo io? – il compito di ricordarvelo. Estate 2023. Attraverso un breve scambio di tweet, post, icsate sui rispettivi social network, Elon Musk sfida Mark Zuckerberg a un combattimento “nella gabbia”, come usa negli incontri di arti marziali miste tanto cari alla nuova destra trumpiana.

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La svolta “trumpiana” Zuckerberg

Ph. Jaap Arriens / NurPhoto via Getty Images

di Matteo Flora (wired.it, 13 gennaio 2025)

Negli ultimi anni, Mark Zuckerberg e la sua Meta (ex Facebook) sono stati sinonimo di posizioni progressiste, programmi di inclusione e diversità, e un’adesione — quanto meno di facciata — ai valori dell’Identity Politics. Eppure, nell’arco di poche settimane, abbiamo assistito a un ribaltamento quasi totale delle politiche interne di Meta: dall’abolizione del fact-checking (almeno negli Stati Uniti) al clamoroso taglio dei programmi Dei (Diversity, Equity & Inclusion). Un’inversione di rotta tanto brusca da lasciare interdetti dipendenti, analisti e semplici osservatori.

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Mussolini e la televisione

Fox Photos / Getty Images

di Stefania Carini (ilpost.it, 11 gennaio 2025)

Chi lo sa se la prima volta che Mussolini si trovò davanti a un obiettivo televisivo guardò dritto davanti a sé, magari per cercare la complicità di chi stava dall’altra parte, come fa Luca Marinelli nella serie M – Il figlio del secolo diretta da Joe Wright e scritta da Stefano Bises e Davide Serino, appena uscita su Sky. Anche se l’inizio delle trasmissioni regolari della tv italiana è datato 3 gennaio 1954, la televisione esisteva già sotto il fascismo, in via sperimentale, e il Duce la provò almeno due volte – ma solo una di queste è arrivata fino a noi.

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Il Duce millennial, gli attori antifa e la pretesa della tv pedagogica

di Assia Neumann Dayan (linkiesta.it, 10 gennaio 2025)

Dopo aver scoperto di essere un’abbonata in prima fila Sky e che nonostante questo non riesco a vedere il canale dedicato a Mission Impossible, sperando fortissimamente che Starlink ci compri tutti e si rivenda i miei dati in cambio di un’antenna, ho visto le prime due puntate di M. Il figlio del secolo con lo stesso approccio che aveva Tom Cruise verso le microbombe nel cervello nell’episodio numero tre. Addio Philip Seymour Hoffman bombarolo, benvenuto Luca Marinelli con le bombe a mano sempre in mano.

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