È iniziata l’era dello “sgonfiamento”

Ph. Alana O’Herlihy

di Clara Mazzoleni (rivistastudio.com, 26 settembre 2024)

Nel corso di un anno su Instagram e TikTok abbiamo assistito allo scioglimento di varie labbra. Influencer, onlyfanser, attrici, fidanzate di: in tante hanno mostrato il prima e dopo la ianuloridasi, il procedimento che serve a sciogliere e disperdere il filler. Subito dopo la seduta mostravano le labbra viola, dopo qualche giorno sorridevano felici con le loro bocche normali. Ci avviciniamo alla fase finale di un trend, quella in cui il rapporto tra famosi e non famosi diventa inversamente proporzionale.

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In Corea del Sud la chirurgia estetica viene data per scontata

Ph. Ahn Young-joon / Ap

(ilpost.it, 1° aprile 2024)

Un tipico regalo che viene fatto alle giovani che compiono diciotto anni in Corea del Sud è un intervento di chirurgia estetica alle palpebre. È un’operazione diffusissima e non è l’unica cui molte persone coreane ricorrono nel corso della propria vita per migliorare il proprio aspetto. In Corea del Sud, infatti, la bellezza fisica è considerata un valore e un aspetto fondamentale su cui investire per affermarsi nella società e fare carriera.

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Podcastsphere: il volto ambiguo dei media alternativi americani

Ph. Jonathan Velasquez / Unsplash

di Antonio Pellegrino (linkiesta.it, 8 ottobre 2024)

Giornalismo libero contro media mainstream. Su questo presunto conflitto si regge una retorica che da anni infesta il dibattito pubblico, avallando le attività di blogger indipendenti, reporter amatoriali e altre figure autoproclamatesi «scomode», il cui scopo comune è quello di diffondere propaganda dietro la maschera dell’informazione partita dal basso.

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La doppia fatica di “The Apprentice”, il film su Trump

Ph. Pief Weyman / Mongrel Media – Courtesy Everett Collection via Contrasto

(ilpost.it, 15 ottobre 2024)

Fin dalla sua presentazione al Festival di Cannes, a maggio, il film che racconta gli anni dell’ascesa di Donald Trump, The Apprentice, ha avuto difficoltà a trovare qualcuno che lo distribuisse nelle sale statunitensi. L’unica società che ha fatto un’offerta sostanziosa, l’ha infine fatto uscire nei cinema lo scorso weekend e ha incassato pochissimo: 1,5 milioni di dollari. Anche se sono passati solo pochi giorni (e in molti Paesi non è ancora uscito: in Italia, per esempio, esce giovedì), secondo molti sarà un flop.

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L’Arabia Saudita ci vuole provare anche col tennis

Visit Saudi

(ilpost.it, 16 ottobre 2024)

Tra mercoledì 16 e domenica 20 ottobre, a Riad, in Arabia Saudita, si gioca il Six Kings Slam, un torneo di tennis cui partecipano sei tra i migliori tennisti al mondo: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Daniil Medvedev e Holger Rune. È un torneo di esibizione, in cui quindi non si guadagneranno punti per la classifica Atp, ma al quale i tennisti hanno accettato di partecipare soprattutto per l’altissimo montepremi messo in palio.

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Il surreale comizio di “Dj Trump” a Oaks

Ph. Matt Rourke / Ap

di Andrea Marinelli (corriere.it, 15 ottobre 2024)

Sono dieci anni che Donald Trump tiene comizi fuori dal comune, eppure riesce ancora a sorprendere spettatori, analisti e giornalisti che lo seguono in giro per l’America. Ieri sera a Oaks, in Pennsylvania, lo Stato più decisivo dell’Unione, il candidato repubblicano ha interrotto il town hall meeting – una forma di comizio che prevede domande dal pubblico – mettendosi a fare il dj e a “ballare” per 39 minuti. «Basta con le domande» ha detto a un certo punto, dopo che due spettatori si erano sentiti male ed era servito l’intervento dei medici.

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Steven Seagal è pronto a morire per Putin

Ansa

(ansa.it, 12 ottobre 2024)

L’attore statunitense Steven Seagal, 72 anni, ha annunciato in un nuovo documentario di essere pronto a combattere per il presidente russo Vladimir Putin e «a morire se necessario». Lo scrive il portale ucraino Kiev Independent, ricordando che Seagal, che ha guadagnato fama come star d’azione negli anni Ottanta e Novanta, si è innamorato della Russia e di Putin mentre la sua carriera a Hollywood declinava.

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Le Bibbie di Donald Trump sono “Made in China”

Ph. Doug Mills / The New York Times

di Massimo Basile (agi.it, 9 ottobre 2024)

Migliaia di copie delle Bibbie di Donald Trump sono state stampate in un Paese contro cui il tycoon ha lanciato la crociata, accusandola di rubare posti di lavoro agli americani: la Cina. Secondo quanto accertato da Ap e ripreso dai media statunitensi, la Bibbia è stata stampata da una compagnia che si trova a Hangzhou e che ha spedito negli Stati Uniti 120mila copie tra i primi di febbraio e la fine di marzo.

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