Archivio mensile:Giugno 2020

La “Marcia Imperiale” di “Star Wars” suonata contro la polizia

di Valentina D’Amico (movieplayer.it, 8 giugno 2020)

La Marcia Imperiale di Star Wars suonata nelle proteste contro la polizia ha suscitato la reazione divertita della star Mark Hamill su Twitter. Attivissimo sui social media, Hamill ha ricondiviso su Twitter un video in cui un giovane trombettista francese intona la Marcia Imperiale di Star Wars al passaggio di un plotone di agenti di polizia.

Lucasfilm / Walt Disney Company
Lucasfilm / Walt Disney Company

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A Washington si canta “Man in the mirror” durante la protesta

(r3m.it, 7 giugno 2020)

Michael Jackson è noto per aver inserito nel suo repertorio una serie di canzoni mirate a sensibilizzare su tematiche sociali e ambientali. Nel corso della sua carriera ha devoluto moltissimo in beneficenza, stabilendo anche un record; si tratta, infatti, di uno degli artisti che si è distinto maggiormente nella filantropia. Ci sono moltissimi esempi di canzoni che hanno contribuito a farci riflettere su noi stessi e sulle responsabilità che abbiamo sul mondo scritte da Michael Jackson, oppure scritte per lui.MJJ_Man_in_the_mirror Continua la lettura di A Washington si canta “Man in the mirror” durante la protesta

I Village People chiedono a Trump di non usare le loro canzoni

(huffingtonpost.it, 6 giugno 2020)

Niente più Macho Man per Donald Trump. I Village People hanno chiesto al presidente degli Stati Uniti di non suonare più le loro canzoni ai suoi comizi. Il tycoon ha attinto spesso ai successi musicali della band per esaltare i momenti topici dei suoi incontri. La richiesta parte da Victor Willis, tra i celebri volti della band degli anni Settanta. I Village People avevano dato inizialmente via libera al presidente, ma la decisione è mutata in seguito ai fatti seguiti alla morte dell’afroamericano George Floyd.VillagePeople Continua la lettura di I Village People chiedono a Trump di non usare le loro canzoni

Il principe William e il volontariato (in incognito)

di Nicola Bambini (vanityfair.it, 6 giugno 2020)

«Devo condividere con voi un piccolo segreto: ci sono anch’io sulla piattaforma di volontariato “Shout 85258”». Il principe William abbandona il nickname ed esce allo scoperto: al termine della Volunteering Week 2020, la settimana che celebra l’operato dei volontari in molti Paesi, l’erede al trono britannico approfitta di una videoconferenza per rivelare il suo contributo diretto a un’associazione benefica. Durante il faticoso lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus, William ha infatti partecipato attivamente ad una helpline che, grazie a un servizio di messaggistica istantanea, ha fornito un supporto psicologico a migliaia di persone in crisi.

Getty Images
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Michael Jordan dona cento milioni di dollari per la lotta al razzismo

di Federico Pallone (giornalettismo.com, 6 giugno 2020)

Cento milioni di dollari da destinare nell’arco di dieci anni «a varie organizzazioni di tutto il Paese che si battono per il raggiungimento dell’eguaglianza razziale, della giustizia sociale e per un accesso più ampio all’educazione». Michael Jordan, attraverso il brand che porta il suo nome, ha scelto di prendere una decisione forte sul controverso caso che sta sconvolgendo l’America, l’uccisione di George Floyd a Minneapolis.

Ph. Julien De Rosa / Epa
Ph. Julien De Rosa / Epa

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Kanye West dona due milioni di dollari per l’istruzione della figlia di Floyd

di Carmelo Leo (tpi.it, 5 giugno 2020)

Tra gli artisti che in questi giorni negli Stati Uniti hanno preso una posizione forte nei confronti dell’omicidio di George Floyd, il 46enne afroamericano morto in circostanze sospette durante un controllo di polizia a Minneapolis, c’è anche il rapper Kanye West: il cantante ha infatti donato finora circa due milioni di dollari e ha aperto un fondo per pagare l’istruzione della figlia di Floyd, Gianna.

Talking Rap via Twitter
Talking Rap via Twitter

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La bontà è obbligatoria: salviamo i famosi dalla prepotenza della buona causa

di Guia Soncini (linkiesta.it, 2 giugno 2020)

La settimana scorsa, nel programma sulla Bbc della storica Mary Beard, Lockdown Culture, c’erano cinque preziosi minuti filmati da Martin Scorsese. Era a casa sua, come tutti, strologava del momento storico, come tutti, montava i propri pensierini con delle scene d’un film di Hitchcock (Il ladro), come nessuno. E diceva che all’inizio la quarantena era quasi stata un sollievo: bisognava stare a casa per forza, non si era tenuti a fare nessuna delle cose che uno avrebbe dovuto fare in circostanze normali.MartinScorsese_LockdownCulture Continua la lettura di La bontà è obbligatoria: salviamo i famosi dalla prepotenza della buona causa

Alexis Ohanian lascia Reddit: «Sostituitemi con un afroamericano»

(ilfattoquotidiano.it, 5 giugno 2020)

Si dimette dal consiglio di amministrazione di Reddit e chiede anche di essere sostituito con un candidato afroamericano. Il marito della famosa tennista Serena Williams, Alexis Ohanian, ha deciso di lasciare la piattaforma di cui è co-fondatore per la figlia avuta con la Williams, ha detto lui. «Sto scrivendo queste parole come un padre che deve essere in grado di rispondere a sua figlia nera che gli chiede: “Tu cos’hai fatto?”» ha scritto su Twitter.

Afp
Afp

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Facebook ora segnala i media controllati dai governi

di Gabriele Porro (wired.it, 5 giugno 2020)

Facebook inizierà ad etichettare le pagine di giornali e media che reputa siano totalmente o parzialmente sotto il controllo del proprio governo. L’obiettivo dichiarato è offrire un servizio che migliori la trasparenza per gli editori. «Le persone dovrebbero sapere se le notizie che leggono provengono da una pubblicazione che potrebbe essere sotto l’influenza di un governo» scrive Nathaniel Gleicher, capo delle politiche di cybersecurity di Facebook sul blog della società.Facebook_cybersecurity Continua la lettura di Facebook ora segnala i media controllati dai governi

Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)

di Luca Serafini (tpi.it, 6 giugno 2020)

Instagram, Twitter e Facebook hanno rimosso un post su George Floyd pubblicato dalla campagna per la rielezione di Donald Trump. La motivazione è che il post conteneva materiale che non rispettava il Digital Millennium Copyright Act: si tratta della legge sul diritto d’autore digitale. Chi utilizza una creazione originale condivisa dai social deve essere autorizzato a farlo e le piattaforme che non rimuovono i post che violano questa norma vengono ritenute responsabili.Trump_Twitter Continua la lettura di Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)