Archivio mensile:Settembre 2021

La parabola di Boy George

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 12 luglio 2021)

Il 24 maggio 1988, in Inghilterra, Galles e Scozia entrò in vigore un emendamento del Local Government Act chiamato Clause 28 (Sezione 28). Questa clausola, votata dal governo conservatore di Margaret Thatcher, obbligava le autorità locali a: “non promuovere intenzionalmente l’omosessualità o pubblicare materiale con l’intenzione di promuovere l’omosessualità” o “promuovere l’insegnamento in qualsiasi scuola finanziata dallo Stato dell’accettabilità dell’omosessualità come pretesa relazione familiare”. È una legge che oggi non esiteremmo a definire discriminatoria, nata in un periodo storico in cui le comunità lgbt+ di tutto il mondo erano sterminate dall’Aids, e gay, lesbiche e trans erano generalmente visti dall’opinione pubblica come degli untori.

Ph. Catherine McGann / Getty Images

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Il tentativo fallito di avvicinare Francia e Russia con i resti di un generale napoleonico

(ilpost.it, 6 settembre 2021)

Il 19 agosto 1812 il generale francese Charles Etienne Gudin fu colpito da una palla di cannone alla gamba sinistra, durante la campagna napoleonica in Russia. La gamba gli fu amputata ma la ferita andò in cancrena, e Gudin morì nel giro di tre giorni. Per più di due secoli il luogo dove fu seppellito rimase ignoto, finché nel 2019 la sua tomba fu rintracciata a Smolensk, vicino all’attuale confine con la Bielorussia, e si cominciò a organizzare il rimpatrio dei resti. I vertici diplomatici di entrambi i Paesi avevano previsto una cerimonia solenne, che avrebbe dovuto essere il simbolo del riavvicinamento di Russia e Francia e a cui avrebbero dovuto partecipare persino i presidenti Emmanuel Macron e Vladimir Putin.

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La stretta della Cina alle star più amate sui social

di Lorenzo Lamperti (wired.it, 10 settembre 2021)

Colpirne tanti, per educarne ancora di più. La Cina non sta stringendo solo sulla libertà d’azione dei grandi colossi digitali, ma anche su quella delle sue celebrità. L’elenco di star del mondo di musica, cinema e televisione cadute in disgrazia è in continuo aumento. Le ragioni? Si va dalle accuse di evasione fiscale a quelle di abusi sessuali, dalla vicinanza con Alibaba, il colosso dell’e-commerce nel mirino del governo, a contenuti postati sui social media e considerati “antipatriottici”. In realtà, però, si tratta di bersagli “collaterali” di una campagna di rettificazione ben più ampia, che non solo si propone di “aggiornare” la basi dello star system cinese, adeguandole ai tempi della “prosperità comune” del presidente Xi Jinping, ma anche e soprattutto di disarticolare la costellazione dei gruppi organizzati di fan.

iQiyi via YouTube

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A Hong Kong la Cina soffoca il cinema

di Ilaria Maria Sala (internazionale.it, 26 agosto 2021)

Non solo Hong Kong ha reintrodotto la censura cinematografica, con una nuova legge che renderà illegali i film che contravvengono a quella sulla sicurezza nazionale, ma è stato anche stabilito che i film approvati prima, girati anni fa, dovranno essere sottoposti al vaglio dei censori prima di poter approdare nelle sale commerciali, nelle università, nelle scuole o in altri luoghi aperti al pubblico. Il lavoro dei censori per il momento è invidiabile: potranno sedersi in un cinema privato a guardarsi molti film. Però finisce lì, non è né invidiabile né rispettabile che stia a loro decidere che alcuni di questi film possano contenere elementi di “secessione, sovversione, terrorismo o collusione con forze straniere”.

Golden Scene

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La tragica normalità della destra italiana, un po’ fascista e un po’ Blues Brothers

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 10 settembre 2021)

Prima il sottosegretario leghista, Claudio Durigon, che propone di intitolare ad Arnaldo Mussolini un parco di Latina già dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: frase infelice secondo Matteo Salvini, un banale errore di comunicazione secondo l’interessato (che comunque, dopo molte resistenze, ha portato alle sue dimissioni dal governo). Poi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che in un post su Facebook annuncia la brillante iniziativa del bunker-museo di Recoaro Terme, occupato a suo tempo dai nazisti del maresciallo Kesselring: offrire visite guidate alla struttura accompagnati da personale in divisa della Wehrmacht.

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L’11 settembre Trump commenterà un incontro di boxe

(ilpost.it, 10 settembre 2021)

Domani, anniversario dei vent’anni degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump commenterà un incontro di boxe tra l’ex campione dei pesi massimi Evander Holyfield e l’ex lottatore di arti marziali miste Vítor Belfort che si terrà all’Hard Rock Hotel & Casino di Hollywood, in Florida. Tra gli anni Ottanta e i Novanta, Trump aveva presentato vari incontri di boxe nei casinò di sua proprietà: la scelta di commentare questo incontro in un giorno così delicato per gli Stati Uniti ha attirato molte critiche, alimentando le ipotesi secondo le quali stia cercando di farsi pubblicità in vista di una candidatura alle elezioni presidenziali del 2024.

Fite.tv

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“Illusioni perdute”: i mali dell’informazione secondo Balzac

di Teresa Marchesi (huffingtonpost.it, 5 settembre 2021)

Gli antenati dei social, nella Parigi di due secoli fa, erano i piccioni viaggiatori, incaricati di diffondere le fake news a velocità d’ali per costruire o distruggere “casi” e reputazioni: è solo un dettaglio tra i mille che fanno di Illusions perdues di Xavier Giannoli, in concorso a Venezia, un affresco al vetriolo dei meccanismi che governano l’informazione tanto di ieri quanto di oggi. Il focus della sceneggiatura, basata sull’omonimo romanzo-cardine della monumentale La Comédie humaine di Honoré de Balzac, è tutto su questo tema. È un grande e anomalo film letterario, quello di Giannoli, che va ben oltre lo splendore dei costumi e degli arredi.

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La rivoluzione di “Mille”

di Gabriele Fazio (agi.it, 5 settembre 2021)

Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, più che la formazione di un trio, quell’11 giugno, data di uscita di Mille, sembrava a tutti l’inizio di una barzelletta. Non perché i tre artisti facciano ridere, ma proprio perché appartenenti a tre universi che nel nostro immaginario, non c’è nulla di male, sono lontani anni luce. Fedez, all’ombra della Madunina, rapper detestato dalle correnti più rigide della disciplina hip-hop, che ogni volta che apre bocca fa saltare i nervi a qualcuno e forse anche perché quando lo fa, anche se a favore di Instagram, comunque appare sempre non solo consapevole di ciò che dice ma anche piuttosto concreto nelle azioni che ne conseguono.

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“Spencer” è il film che vorrebbe liberare Diana

di Stefano Piri (esquire.com, 3 settembre 2021)

Diana è una figura più classica che moderna, e le storie delle principesse sono fiabe dell’orrore da ben prima che arrivassero il Novecento, i paparazzi e la bulimia. Finché si mantiene nei binari di questa intuizione – dichiarata in epigrafe: “una fiaba tratta da una vera tragedia” – Spencer è un ottimo film, poi cominciano i problemi. Nel suo attesissimo biopic su Lady Diana, Pablo Larraìn rinuncia in partenza ai flirt con le bodyguard, alle interviste concordate, agli stilisti e ai cantanti, alla filantropia ambigua, insomma al film che molti si aspettano di vedere.

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