L’Eurovision non è solo musica, ma le “canzonette” coprono gli scricchiolii delle tensioni internazionali e talvolta neanche ci riescono. El País ha redatto una guida geopolitica per seguire meglio la finale di Basilea, anche alla luce dei movimenti geopolitici globali.
Giovedì sera, durante la seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest, la più seguita competizione musicale europea che quest’anno si tiene a Basilea, in Svizzera, si sono sentite urla di protesta all’inizio dell’esibizione di Yuval Raphael, la cantante che rappresenta Israele. È il secondo anno che la partecipazione di Israele è contestata alla competizione e il motivo è sempre lo stesso: la guerra nella Striscia di Gaza.
La polizia antiterrorismo britannica ha fatto sapere che sta esaminando due video dei Kneecap, trio hip hop nordirlandese noto per le sue posizioni di sinistra e apertamente anti-israeliane, per valutare se avviare un’indagine formale. Il primo è uno spezzone di un concerto del novembre del 2023 in cui uno dei membri dei Kneecap si rivolgeva al pubblico dicendo «l’unico conservatore buono è un conservatore morto: uccidete il vostro deputato locale».
Biancaneve, il nuovo live action con cui la Disney rivisita i suoi classici d’animazione più amati, uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 marzo. Ma c’è già chi ha visto il suo destino come segnato, soprattutto per via delle polemiche che l’hanno accompagnato fin dal suo annuncio e che non hanno smesso d’intensificarsi nelle ultime settimane.
di Alessia Arcolaci (vanityfair.it, 26 febbraio 2025)
Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti, ha pubblicato nelle prime ore della mattina del 26 febbraio sui suoi canali ufficiali social un video in cui mostra la sua «Trump Gaza». È un video realizzato con l’Intelligenza Artificiale che sembra impossibile sia stato davvero pubblicato sull’account ufficiale di un capo di Stato ma invece è proprio così.
Il 10 agosto la casa di produzione Walt Disney Pictures ha pubblicato un breve trailer del musical in live action (cioè con attori veri) Biancaneve, ispirato al primo film d’animazione Disney Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs) del 1937. È l’ultimo di una serie di remake di classici d’animazione che Disney ha fatto uscire al cinema negli ultimi anni riscuotendo un generale successo, sia tra gli adulti nostalgici dei cartoni della loro infanzia, sia tra i bambini che li vedono per la prima volta.
Questa settimana la grande azienda di abbigliamento sportivo tedesca Adidas ha diffuso la campagna pubblicitaria per le SL72, un tipo di sneaker da corsa dal design un po’ retrò disegnate inizialmente per le Olimpiadi estive di Monaco di Baviera del 1972. L’azienda ha coinvolto cinque personaggi del mondo della moda e dello sport per la campagna: tra loro c’era Bella Hadid, modella americano-palestinese molto celebre e richiesta, che da anni si espone particolarmente a favore dell’indipendenza della Palestina, criticando anche varie politiche del governo israeliano.
di Massimo Balsamo (ilgiornale.it, 20 maggio 2024)
Oggi il procuratore capo della Corte Penale Internazionale (Cpi) ha chiesto ai giudici del Tribunale dell’Aja mandati d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ministro Yoav Gallant e tre leader di Hamas, compreso Yahya Sinwar. Il procuratore Karim Khan ha evidenziato che la richiesta è per crimini di guerra e contro l’umanità, rispettivamente per i fatti di Gaza e per l’attacco del 7 ottobre nel Sud di Israele e il successivo trattamento degli ostaggi rapiti durante l’assalto.
Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas si è rivista anche in Occidente – in giro, nelle manifestazioni, nelle fotografie sui giornali – la kefiah, il copricapo tradizionale utilizzato nel mondo arabo, in cotone e con una fantasia a scacchi, diventata nel tempo simbolo del nazionalismo e della causa palestinese. La kefiah è indossata fuori dalla Palestina almeno dagli anni Sessanta: inizialmente aveva un messaggio politico che si è svuotato nel tempo, fino a diventare un accessorio come un altro proposto da marchi di moda nelle loro collezioni.
La rete televisiva del Qatar Al Jazeera è uno dei più importanti network di informazione al mondo e uno dei pochi media internazionali rimasti operativi nella Striscia di Gaza, invasa ormai da mesi dall’esercito israeliano. Da quando è nata, nel 1996, è stata al centro di numerose polemiche internazionali, accusata di fare da “megafono” alle ambizioni politiche degli emiri del Qatar, dei movimenti islamisti e talvolta di quelli terroristi.