Archivio mensile:Gennaio 2024

Capelli d’Italia: la nuova chioma del ministro Lollobrigida

di Simone Canettieri (ilfoglio.it, 11 gennaio 2024)

Ministro, Francesco Lollobrigida: che chioma! «Ho fatto un rafforzamento». Bello, le dona. È andato in Turchia? «No. Non le rispondo». È una svolta tricologica in vista di una candidatura alle Europee: un ciuffo per Strasburgo? «No, non mi candido, e non so nemmeno cosa farà Giorgia, tanto me lo chiedete tutti. Però per noi è ora di rafforzarci, e anche io mi sono dato una rafforzatina». Simpatico e guascone come pochi, il titolare della sovranità alimentare, nonché super big del governo Meloni, da qualche giorno sfoggia anche una certa sovranità di capelli.

Ansa

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“Telemarafon” non piace più come prima

(ilpost.it, 11 gennaio 2024)

Da un po’ di tempo in Ucraina viene presa di mira una trasmissione televisiva che nelle prime fasi della guerra contro la Russia era molto popolare e apprezzata. Si chiama Telemarafon «Yedyni novyny», in Italiano Telemaratona «L’unica notizia», ha sempre raccontato il conflitto con toni enfaticamente patriottici ed è onnipresente sia sulla televisione pubblica sia su quella privata ucraina. Oggi in molti considerano il suo modo di raccontare eccessivo e ridicolo, oltre che troppo ottimista.

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La filosofia post-digitale di Lady Gaga

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 6 dicembre 2023)

Nell’estate del 2013, quando uscì Applause, il nuovo singolo di Lady Gaga, il mondo soffriva di affaticamento da Gaga. Ne soffriva l’artista stessa, che alla fine del suo Born this way ball tour si fermò molti mesi per operarsi all’anca. Applause è comunque un grande pezzo: fin dall’arpeggio di synth che fa da intro è un ritorno alla Gaga elettronica e massimalista di Poker face dopo la Gaga rock e un po’ predicatoria del precedente album Born this way.

Intrerscope

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La politica indiana non ha più il senso dell’umorismo

(ilpost.it, 7 gennaio 2024)

Nelle ultime settimane sui giornali indiani e internazionali si è discusso del senso dell’umorismo, o meglio della sua presunta scomparsa, nella politica nazionale, a partire da un episodio che ha visto coinvolti il deputato dell’opposizione Kalyan Banerjee e il vicepresidente del Paese Jagdeep Dhankhar. La conclusione piuttosto condivisa di queste riflessioni e delle persone intervistate è che in India sia sempre più raro che i politici ridano di loro stessi e che l’insofferenza per la satira sia invece sempre più diffusa.

Manjul via Facebook

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L’anguria palestinese sbarca a Hollywood

(lastampa.it, 6 gennaio 2024)

È verde, ma anche rossa, bianca e nera. Proprio come la bandiera palestinese. In più è un frutto coltivato in tutto il Medio Oriente da millenni. Quanto basta perché l’anguria, ormai da decenni, diventasse un simbolo politico, adottato in tutto il mondo dai sostenitori della causa palestinese. Ma ora questo frutto, diventato ormai un logo, sbarca a Hollywood.

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Sejmflix: la straordinaria popolarità mediatica del Parlamento polacco

(ilpost.it, 5 gennaio 2024)

A dicembre la sessione del Parlamento polacco in cui è stata votata la fiducia al nuovo governo, guidato dal liberale Donald Tusk, è diventata un piccolo evento mediatico: il voto parlamentare è stato trasmesso in molti cinema in tutta la Polonia, e milioni di persone si sono connessi su YouTube e su altre piattaforme per vederlo in streaming. Per molte polacche e polacchi quel voto è stato un evento storico cui assistere, perché ha comportato la fine del lungo governo del Pis (sigla di Diritto e Giustizia).

Ph. Michal Dyjuk / Ap

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Per vostra disinformazione

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 25 dicembre 2023)

Se dovessi riassumere in poche parole la principale differenza tra la politica di oggi e quella degli anni in cui mi sono formato – ma potrei fare lo stesso discorso, a maggior ragione, sui tempi dei miei genitori e persino dei miei nonni – direi che allora occuparsi di politica significava studiare, approfondire, sforzarsi di capire. Va bene, ho esagerato. Mi correggo. Significava, se non proprio studiare, quanto meno fingere di averlo fatto.

Ph. Christian Sterk / Unsplash

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Cosa fare con i dittatori morti

di Ilaria Maria Sala (ilpost.it, 1° dicembre 2023)

Prima o poi, tutte le transizioni democratiche devono vedersela con la questione del cosa fare con i dittatori morti. E con le loro statue, con i luoghi pubblici che portano il loro nome, con i mausolei a loro dedicati. Non ultimo, bisogna stabilire cosa fare del corpo stesso del dittatore, dato che il potere distruttivo continua anche dalla tomba. Non vale solo per i dittatori, certo: come abbiamo visto di recente, il mondo continua a essere pieno di statue di dittatori, ma anche di schiavisti, colonialisti, e navigatori ed eroi che hanno fatto largo a schiavisti e colonialisti.

Ph. Ilaria Maria Sala

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I Green Day contro Trump in diretta tv

(repubblica.it, 2 gennaio 2024)

I Green Day sono stati protagonisti della maratona televisiva di Capodanno, New Year’s Rockin’ Eve, trasmessa dalla Abc. Durante l’esibizione, la band ha lanciato una frecciatina all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha annunciato l’intenzione di candidarsi nuovamente alle prossime elezioni. Per farlo, i Green Day hanno cambiato in diretta il testo di uno dei loro successi più noti, American idiot.

Ph. Gilbert Flores / Getty Images

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