Archivi tag: social network

Un Conclave pop

(ilpost.it, 6 maggio 2025)

Potrebbe sembrare strano che una riunione in cui decine di uomini anziani decideranno chi sarà il prossimo capo di una delle istituzioni religiose più potenti al mondo sia al centro di un’enorme produzione di meme, battute e commenti sui social network. Ma è quanto sta accadendo da una decina di giorni per il Conclave che da mercoledì sceglierà il prossimo papa.

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Muoiono più celebrità di prima?

Pixabay

(ilpost.it, 6 febbraio 2025)

La recente morte del regista statunitense David Lynch ha generato profonda commozione, non soltanto tra i cultori dei suoi film ma anche tra le molte persone che erano adolescenti quando uscì Twin Peaks, una delle serie tv più popolari di sempre. E come in precedenza la morte del cantante Liam Payne, quella dell’attrice Shelley Duvall o quella del fumettista Akira Toriyama, solo per citarne alcune delle tante del 2024, anche la morte di Lynch ha rafforzato un’impressione che tende a emergere ogni tanto sui media e sui social network: che le morti di persone famose siano più frequenti rispetto al passato.

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Come Trump vuole controllare l’informazione

Ph. Kevin Dietsch / Getty Images

di François Bougon (Mediapart / internazionale.it, 13 febbraio 2025)

«Siete già esausti?». Cominciava con questa domanda la rubrica della giornalista del New Yorker Susan B. Glasser una settimana dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio. Da allora la frenesia delle informazioni e degli annunci, uno più scandaloso dell’altro, è andata avanti senza sosta. I mezzi di comunicazione, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, sono di nuovo alle prese con la politica sconcertante del leader del movimento Make America Great Again (Maga).

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Il marketing dell’ignoranza

Ph. Vince Fleming / Unsplash

di Paolo Guenzi* (linkiesta.it, 17 febbraio 2025)

Il nostro è un Paese pieno di problemi, ma dispone anche di molte risorse. Fra queste, una delle più straordinarie – eppure, sorprendentemente, quasi mai citata – è la capacità di concepire, realizzare e vendere ignoranza. La mia opinione, che cercherò di illustrare e supportare in questo lavoro, è che in questo campo siamo fra i migliori del mondo, non solo come creativi, indefessi produttori ed efficientissimi distributori, ma anche come avidi, insaziabili consumatori.

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Tecno Reich: i nazisti dell’Illinois hanno vinto le elezioni

Ph. Chip Somodevilla / LaPresse

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 22 gennaio 2025)

Sinceramente non riesco ad appassionarmi al dibattito sulla natura del gesto fatto da Elon Musk nel giorno dell’insediamento di Donald Trump. Ho visto che qualcuno ha scomodato addirittura degli storici per certificarlo come un perfetto saluto nazista, mentre altri hanno sottolineato le parole che lo accompagnavano, «Il mio cuore è con voi», a corroborare l’idea che l’intenzione fosse ben diversa: non un inquietante omaggio a Hitler, ma una grande cuoricinata alla folla, in cui peraltro di sicuro non mancavano i nazisti della prima ora.

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Lo strapotere del Web: prima, dopo e oltre Musk

Ph. Samuel Corum / Getty Images

di Andrea Cangini (huffingtonpost.it, 30 dicembre 2024)

Par di capire che lo shock sia stato grande. Fino a quando i Giganti del Web hanno presidiato e protetto gli accampamenti liberal, rilanciandone i valori professati ed esaltandone la cultura dichiarata, nessuna questione è stata posta. Si è messa generosamente da parte la legislazione Antitrust, fino ad allora considerata, evidentemente a torto, un tutt’uno imprescindibile con la cultura giuridica nordamericana. Si è sfruttata a proprio vantaggio la distorsione del dibattito pubblico determinata dai social network.

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Quella degli influencer sarà una categoria professionale

Ph. Miguel Medina / Getty Images

di Giovanni Esperti (wired.it, 11 dicembre 2024)

La prossima volta che qualcuno dirà “trovati un lavoro vero invece di fare l’influencer”, mostrategli i dati di Aicdc (Associazione Italiana Content Digital Creators) e Icom (Istituto per la Competitività) sui numeri della cosiddetta “creator economy”, il settore di chi guadagna grazie ai contenuti che pubblica sui social. Secondo la ricerca – che si basa sui dati estratti da cinquecento profili con almeno diecimila follower attivi su Instagram, TikTok e YouTube – nel 2024, in Italia il settore ha prodotto ricavi per oltre quattro miliardi di euro.

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L’Instagram dei Carabinieri, il fenomeno social che non ti aspetti

Instagram

di Andrea Indiano (wired.it, 20 settembre 2024)

Tramite meme, videogiochi e musica trap, le forze dell’ordine, in Italia soprattutto l’Arma dei Carabinieri, hanno iniziato a utilizzare i social network in modo attivo, cercando di creare un legame con il pubblico attraverso post divertenti e contenuti virali. Finora, la novità è stata apprezzata dai follower della pagina e i commenti sono per la maggior parte positivi. Tuttavia, i tentativi di creare una connessione con il pubblico attraverso meme e post leggeri spesso rischiano di cadere nel cosiddetto cringe.

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L’illusione intellettuale dei social network

di Guia Soncini (linkiesta.it, 8 novembre 2024)

Certo, fossi Shakespeare direi che non vengo a elogiare Cecilia Sala, vengo a seppellirla; poiché non solo non sono Shakespeare, ma il pubblico semicolto di questo secolo è pure assai meno attrezzato a decodificare le antifrasi di quanto lo fosse il pubblico teatrale senza scuole dell’obbligo del XVII secolo, proverò a cominciare così: chi se ne frega di Cecilia Sala. Sì, lo so che quelli che si sono indignati per il tweet (o come si chiamano ora) di Cecilia Sala sulla ragazza iraniana sono un sottoinsieme quasi perfettamente sovrapponibile a quello dei lettori di questo giornale, lo so che anche oggi mi faccio ben volere, lo so che si formeranno due file ordinate.

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