Il Giappone di Renho

48 anni, ex modella e giornalista, Murata-san è stata eletta capo del Partito Democratico, principale forza d’opposizione. In un Paese in cui le donne in politica sono ancora poche

di Stefania Viti («D», suppl. a «la Repubblica», 22 ottobre 2016)

Il suo nome è Renho Murata, ha 48 anni, è metà giapponese e metà taiwanese ed è appena stata eletta alla guida della principale compagine dell’opposizione in Giappone: il Partito Democratico. Di per sé questa è già una notizia.RENHOMURATAChe diventa ancora più straordinaria se si pensa che, in caso di vittoria alle prossime elezioni, Murata-san potrebbe scalare gli scranni più alti della politica giapponese e diventare il primo Primo Ministro donna della storia del Sol Levante, al posto dell’attuale premier Shinzo Abe. Certo, in un Paese in cui la presenza femminile in politica non supera il 15% fra gli eletti, sono ancora in pochi a scommettere che questo possa accadere. In effetti, stando agli ultimi exit poll le possibilità di vittoria di Renho – ex modella e presentatrice televisiva con un importante curriculum parlamentare alle spalle, ormai lungo circa dieci anni – al momento sembrano piuttosto esigue. L’attuale premier traina ancora il suo Partito Liberal Democratico (un vero esempio di longevità governativa, dato che a parte una breve parentesi ha governato ininterrottamente dal dopoguerra ad oggi) in cima alle preferenze dei giapponesi. L’impresa sembra insomma difficile, ma non impossibile. Tra le prime missioni di Murata-san c’è senza dubbio quella di dare nuovo smalto e credibilità al proprio partito, il cui ultimo leader diventato premier, Naoto Kan, dovette dimettersi in seguito alla terribile tragedia di Fukushima. Dalla sua c’è un certo “vento rosa” che sta soffiando un po’ in tutto mondo e che potrebbe arrivare più forte anche sull’isola. In effetti le soprese femminili, almeno in politica, hanno già iniziato ad arrivare. Yuriko Koike è da poco stata eletta Governatore di Tokyo, una delle metropoli più importanti del pianeta. E sarà lei a gestire un dossier di cui sentiremo parlare tantissimo nei prossimi anni: quello delle Olimpiadi di Tokyo 2020. In agosto poi c’è stata un’altra novità al femminile: Tomomi Inada è stata nominata a capo del ministero della Difesa giapponese. Exit poll a parte, in molti sono coscienti che Murata-san e le altre donne della politica giapponese hanno molte più opportunità di dar voce alla voglia di cambiamento di questo Paese di quanto sia mai parso possibile.