Archivio mensile:Febbraio 2021

Renzi lancia il format dell’autointervista per parlare di Arabia Saudita

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 28 febbraio 2021)

Una delle trovate più famose di Gigi Marzullo, l’intervistatore della notte in diversi programmi Rai, è Si faccia una domanda e si dia una risposta. Con questa battuta – a metà tra un aforisma e una sollecitazione all’ospite di turno, il giornalista puntava a creare un clima di fiducia, a far sentire a proprio agio chi gli stava di fronte. Del resto, altro non era che un retaggio della famosa domanda a piacere che ha salvato la vita a molti studenti durante le interrogazioni a scuola. Matteo Renzi, nella sua eNews, ha voluto esagerare e ha lanciato un vero e proprio format: l’autointervista sull’Arabia Saudita. Un rapporto desecretato dall’amministrazione di Joe Biden, infatti, ha svelato come l’Intelligence degli Stati Uniti ritenesse responsabile il principe Muhammad bin Salman dell’operazione che ha condotto alla morte del giornalista Jamal Khashoggi in Turchia.

Ph. Fabio Cimaglia / Ipp
Ph. Fabio Cimaglia / Ipp

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Ma magari Sasso avesse letto Topolino!

di Manginobrioches (huffingtonpost.it, 26 febbraio 2021)

Ma magari l’avessero letto, e studiato, Topolino! Magari ne avessero assorbito anche soltanto le parole: il lessico più vario, ricco e raffinato che si sia mai visto negli albi illustrati, e persino in tanta narrativa contemporanea. Fidatevi: se da piccoli, o anche da grandi, avessero letto davvero Topolino, oggi avremmo tutta un’altra classe politica (e forse certi partiti fondati sulla più rozza e ignorante propaganda razzista e sovranista nemmeno esisterebbero). Per cui, no, vi prego: non dileggiate Rossano Sasso, leghista (meridionale: al momento la variante più incredibile del leghismo) neo sottosegretario all’Istruzione che nel suo trionfale tweet cita Topolino convinto di citare Dante, dicendo che «umpf, quello è Topolino». Perché così fareste un torto a Topolino, e pure a Dante.

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Putin è l’uomo più ricco del mondo?

di Enrico Pitzianti (wired.it, 11 febbraio 2021)

Nel rapporto ufficiale sui guadagni del presidente russo Vladimir Putin per il 2019 risultano entrate per circa 110mila euro l’anno tra stipendio, pensione militare e interessi su investimenti. Le proprietà invece sarebbero un appartamento a San Pietroburgo di 75 metri quadri con garage di 18 metri quadri e un altro di 150 metri quadri a Mosca. Poi due auto Wolga Gaz M21 d’epoca, da circa 15mila euro l’una, e un suv Lada Niva del valore di circa 6mila euro. Per essere la dichiarazione dei redditi di Vladimir Putin è piuttosto umile, ma è falsa: Putin ha davvero quella pensione annuale e quelle proprietà, ma sappiamo che sono dati incompleti. Il dettaglio più citato dai media e dall’opposizione russa per dare l’idea di quanto questa umiltà sia farlocca è la sua collezione di orologi.Palace_of_president_Russia_Federation Continua la lettura di Putin è l’uomo più ricco del mondo?

La tivù nell’èra Draghi

di Michele Masneri e Andrea Minuz (ilfoglio.it, 20 febbraio 2021)

Altro che ristoranti, negozi, funivie. Tra le categorie più danneggiate nelle ultime settimane e assai incerte sul da farsi ci sono anche i nostri talk-show con la loro compagnia di giro. Messi in crisi non tanto dal Covid o dal ritardo dei ristori, quanto dall’avvento, rapido e esiziale, del governo Draghi con le sue scintillanti porte girevoli: l’opposizione che diventa maggioranza, la maggioranza che diventa “tecnica”, solidale, responsabile e di ampio respiro nazionale, in un variopinto arcobaleno di consensi e applausi sovranisti e populisti all’ex presidente della Bce. Tanti ministri sconosciuti, un linguaggio non sgangherato e “folk” ma incredibilmente misurato, asciutto, essenziale. E la terribile minaccia di “comunicare solo le cose fatte”, che per l’industria della chiacchiera televisiva suona peggio del lockdown per un ristoratore. Dopo una crisi ricca di colpi di scena e retroscena, scritta come sempre in una trama da libretto d’opera, ecco la prima settimana dell’èra Draghi, le reazioni a catena nel mondo politico e, a cascata, in quello televisivo.

Ph. Matteo Rasero / LaPresse
Ph. Matteo Rasero / LaPresse

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La cosa più social che avremo di Draghi è la foto del suo Apple Watch

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 18 febbraio 2021)

Mario Draghi sceglie Apple, come ci dice il suo Apple Watch collegato al suo iPhone sul quale sembrerebbe non aver fatto pulizia di contatti. Sicuramente una delle prime cose che si notano guardando il dettaglio della fotografia condiviso da Emanuele Menietti, giornalista de Il Post che – come tutti i suoi colleghi – dovrà abituarsi al cambio di direzione preso dal governo Draghi in termini di comunicazione. Niente account social per Draghi significa zero possibilità che una soffiata social possa rivelare in anticipo ai giornalisti quello che, da adesso in poi, sapranno solamente via comunicati stampa nel più tradizionale modus operandi dell’ufficio stampa di un uomo politico o di un governo.

@emenietti via Twitter
@emenietti via Twitter

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Barack Obama e Bruce Springsteen hanno fatto un podcast insieme

di Laura Puglisi (iodonna.it, 23 febbraio 2021)

L’immaginario della bandiera a stelle e strisce potrebbe sembrare l’unica cosa ad accomunare il Boss e l’ex presidente degli Stati Uniti. Bruce Springsteen e Barack Obama hanno coronato la loro amicizia, nata durante la campagna elettorale del 2008, con un podcast intitolato Renegades: Born in the Usa. Il podcast, prodotto dalla Higher Ground, la casa di produzione degli Obama, è composto da otto episodi. I primi due sono stati lanciati ieri, lunedì 22 febbraio, su Spotify. Con due nomi del genere, non stupisce se sarà presto un successo come il podcast dell’ex First Lady Michelle Obama. Composto da otto episodi, Renegades: Born in the Usa sembra nascere e svilupparsi come una chiacchierata tra vecchi amici che si raccontano a vicenda il contesto in cui sono cresciuti, dall’infanzia al rapporto coi rispettivi padri, dalla musica al matrimonio, fino ai bei tempi sui palchi dei rally.

Spotify
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“Waffles + Mochi”: la prima serie con Michelle Obama sbarca su Netflix

di Mario Manca (vanityfair.it, 9 febbraio 2021)

«Non potrei essere più entusiasta di far parte di questo divertente, commovente e semplicemente magico show, e non lo dico solo per via del carrello della spesa volante». Lo dice Michelle Obama che, dal 16 marzo, sbarca su Netflix in una serie tutta da scoprire prodotta da Higher Ground, la casa di produzione di proprietà di Michelle e Barack. Si chiama Waffles + Mochi, è composta da dieci episodi e cerca di insegnare, in maniera colorata e divertente, ai bambini i segreti per un’alimentazione corretta ed equilibrata, battaglia nella quale l’ex First Lady si è sempre impegnata a lungo attraverso campagne di sensibilizzazione e meeting globali.

Netflix
Netflix

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L’inspiegabile scelta di Barbara Palombelli co-conduttrice al Festival di Sanremo 2021

di Franco Bagnasco (tpi.it, 20 febbraio 2021)

Se ancora stentate a farvene una ragione e vi prendete a schiaffetti davanti allo specchio per risvegliarvi, è ora di prenderne atto: la giornalista Barbara Palombelli sarà fra le co-conduttrici del prossimo Festival di Sanremo accanto ad Amadeus. Magari si stenta a coglierla, ma una coerenza nel casting c’è, e si vede: dopo l’icona delle passerelle Naomi Campbell (detta “Il cigno nero”), sul palco dell’Ariston la prima sera; dopo la statuaria Elodie (cantante in grande spolvero, il cigno bianco); dopo l’attrice candida-sexy del momento, Matilda De Angelis (tra i protagonisti della serie tv internazionale The Undoing, il cigno rosso). Ecco, dopo tutto questo, la quarta serata, quella del venerdì, sarà appannaggio di Barbara Palombelli. Ottimo esemplare del leggendario Laghetto dei cigni di Cologno Monzese, per chi ha frequentazioni Mediaset.barbara_palombelli_a_forum Continua la lettura di L’inspiegabile scelta di Barbara Palombelli co-conduttrice al Festival di Sanremo 2021

Kamala Harris può fare la differenza anche a Hollywood

di Giovanni Pedde (huffingtonpost.it, 10 febbraio 2021)

Sono in molti a chiedersi quali potranno essere le effettive ripercussioni su Hollywood dell’elezione di Joe Biden, da sempre considerato vicino all’industria americana dell’entertainment. E le questioni in gioco non sono poche, dalla tutela dell’industria theatrical, messa in ginocchio dalla pandemia, sino alla ripresa dei negoziati per l’accordo cinematografico Usa-Cina e alla nomina dei nuovi membri della Federal Trade Commission e della Federal Communications Commission. Ma ancora più rilevante e attuale è domandarsi quale impatto potrà avere la nomina di Kamala Harris a vicepresidente. È lei, e a buon diritto, la vera star di questo tanto auspicato risultato elettorale: la prima donna, e la prima donna non bianca, a diventare vicepresidente degli Stati Uniti.

Hbo
Hbo

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Malia Obama va a Hollywood

(ansa.it, 18 febbraio 2021)

Malia Obama va a Hollywood: secondo fonti dell’Hollywood Reporter, la primogenita dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e della moglie Michelle sarebbe entrata nella “writers’ room” di Hive (Alveare), una serie per Amazon Prime ispirata a un personaggio simile alla cantante Beyoncé. La figlia degli Obama ha 22 anni e sta per laurearsi ad Harvard: da quando era al liceo, la Sidwell Friends School di Washington, coltiva interessi nel mondo del cinema facendo stage di alto profilo in varie produzioni tv tra cui Girls di Hbo, Extant della Cbs e alla Weinstein Company, prima che l’ex produttore Harvey Weinstein venisse travolto dalle accuse di stupri e molestie sessuali.

Ph. Zbigniew Bzdak / Chicago Tribune / Tns / Getty
Ph. Zbigniew Bzdak / Chicago Tribune / Tns / Getty

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