Centinaia di dipendenti di TikTok lavorano o hanno lavorato per lo Stato cinese

di Irene Doda (wired.it, 12 agosto 2022)

Centinaia di dipendenti di ByteDance, la compagnia che controlla TikTok, hanno lavorato o lavorano tuttora per media e pubblicazioni dello Stato cinese, almeno secondo i loro profili LinkedIn. A rivelarlo è un’inchiesta di Forbes. Tra queste organizzazioni compaiono Xinhua News Agency, China Radio International e China Central / China Global Television, identificate dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti come foreign missions, ovvero enti “sostanzialmente di proprietà e di fatto controllati da un governo straniero”. Cinquanta tra i profili identificati appartengono a persone che lavorano direttamente su TikTok in varie aree, tra cui policy, strategia, monetizzazione e localizzazione dei contenuti. Tra questi, c’è anche un “content strategy manager” che in passato è stato corrispondente in capo per Xinhua News. Un altro dipendente, ora vice capo delle media partnership di ByteDance, ha precedentemente ricoperto il ruolo di social media manager del sito china.org.cn, un portale gestito dallo Stato cinese che diffonde sui social media post con titoli come L’entusiasmo per i diritti umani non fa bene né agli Stati Uniti né alla Cina.

Solen Feyissa / Unsplash

Quindici dei profili analizzati da Forbes appartengono a individui che attualmente hanno incarichi sia a ByteDance sia presso i media governativi della Cina. Una portavoce di ByteDance ha dichiarato a Forbes che l’azienda non consente ai propri dipendenti di avere altri impegni lavorativi che possano causare conflitti d’interesse con la loro mansione principale. Oltre a TikTok – che al momento è l’app più scaricata al mondo – ByteDance gestisce anche altri servizi, tra cui l’aggregatore di news Toutiao. Su Douyin, il nome con cui l’app è conosciuta in Cina, gli account dei media statali sono tra quelli con più seguaci. Nonostante il timore che i legami lavorativi di questi dipendenti con la macchina della propaganda cinese possano influenzare il modo in cui i contenuti vengono prodotti e distribuiti sull’app, al momento né ByteDance né TikTok hanno rilasciato dichiarazioni in merito. Secondo un’esperta interpellata da Forbes, passare dai media statali cinesi a ByteDance sarebbe un percorso di carriera piuttosto comune in Cina, anche se i possibili rapporti con gli ex datori di lavoro e con il governo della Repubblica Popolare restano sicuramente problematici.

Oggi TikTok riveste un ruolo critico nella formazione dell’opinione pubblica e nella diffusione di informazioni, sia nel mondo occidentale sia a livello globale. La piattaforma – che gode di grande popolarità tra le generazioni più giovani, anche come motore di ricerca alternativo a Google – non è però nuova a controversie. A giugno, un articolo di BuzzFeed aveva sollevato sospetti che i dipendenti cinesi di ByteDance avessero accesso ai dati degli utenti americani, un’ipotesi poi confermata dalla stessa società. Recentemente, poi, diverse testimonianze hanno riportato che i moderatori di contenuti della piattaforma sono stati costretti a visionare immagini pedopornografiche nell’ambito della loro formazione. In Italia, nel frattempo, il Garante della privacy ha sospeso le pubblicità personalizzate sull’app per tutelare la riservatezza dei dati degli utenti ed evitare di esporre i minori a contenuti inappropriati.