Donald Trump si è ricandidato alla presidenza degli Stati Uniti

(ilpost.it, 16 novembre 2022)

Nella notte tra martedì e mercoledì Donald Trump ha annunciato che si candiderà per la presidenza degli Stati Uniti nelle elezioni previste nel novembre del 2024. L’annuncio è stato fatto dalla residenza in Florida dell’ex presidente, Mar-a-Lago, nonostante le crescenti pressioni da parte del partito Repubblicano: molti dirigenti speravano in un rinvio o perfino in una rinuncia dopo il risultato deludente del partito alle elezioni di metà mandato.

Ph. Joe Raedle / Getty Images

Trump ha tenuto un discorso di poco più di un’ora davanti a centinaia di sostenitori che avevano con sé striscioni e cappellini, in una sala ampiamente tappezzata di bandiere americane. Ha criticato la presidenza di Joe Biden e soprattutto rilanciato i suoi vecchi slogan, a partire dal più noto “Make America great again”. Infine ha detto: «Per rendere l’America di nuovo grande, stasera annuncio la mia candidatura a presidente degli Stati Uniti». Durante il discorso ha toccato alcuni dei temi che hanno fatto largamente parte delle sue scorse campagne elettorali, accusando i migranti («ci stanno avvelenando») e parlando delle città americane come luoghi di criminalità e insicurezza. Ha detto che sosterrà la pena di morte per gli spacciatori di droga e che riassumerà i membri dell’esercito che erano stati congedati per essersi rifiutati di fare il vaccino contro il Coronavirus. «Due anni fa eravamo una grande nazione e presto lo saremo di nuovo», ha detto.

Trump aveva fissato la data dell’annuncio già nei giorni precedenti alle elezioni: inizialmente l’idea era quella di sfruttare una eventuale ampia vittoria dei Repubblicani, prevista dai sondaggi, per dare forza alla sua candidatura e anticipare ogni possibile rivale. È inoltre probabile, come sostiene per esempio il New York Times, che Trump speri che l’annuncio così anticipato della sua candidatura rallenti o blocchi le numerose inchieste a suo carico, o che comunque gli dia la possibilità di accusare i procuratori di agire perché politicamente motivati contro di lui. Donald Trump è sotto inchiesta, tra le altre cose, per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, quando i suoi sostenitori cercarono di impedire la certificazione dell’elezione che lo vedeva sconfitto, e per aver portato via dalla Casa Bianca grosse quantità di documenti classificati e riservati.

I risultati delle elezioni di metà mandato, con la vittoria Democratica in Senato e le sconfitte di gran parte dei candidati più radicali sostenuti da Trump, hanno però reso molto più complicata la situazione sia per l’ex presidente sia per i Repubblicani. Attualmente Donald Trump non è più sicuro di avere l’appoggio della maggioranza del partito: in molti negli ultimi giorni si sono espressi per una nuova candidatura che sia meno problematica e divisiva, facendo riferimento soprattutto al governatore della Florida Ron DeSantis, che è appena stato riconfermato con un margine piuttosto ampio.

Trump non ha però mostrato segni di ripensamento; al contrario, in questi giorni ha attaccato, sul suo social Truth, lo stesso DeSantis, il leader dei Repubblicani al Senato Mitch McConnell e il miliardario Rupert Murdoch. Murdoch possiede numerosi media molto influenti negli ambienti della destra americana, e in particolare uno di questi, il New York Post, nelle ultime edizioni è sembrato sostenere una candidatura del governatore della Florida. Anche il network televisivo di Murdoch, l’influentissima Fox News, di recente è stata critica nei confronti di Trump. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che si trova a Bali per il G20 – ha condiviso un video che riassumeva i fallimenti di Trump al governo.

Per Trump sarà la terza campagna elettorale presidenziale, dopo quella del 2016, quando vinse a sorpresa prima nelle primarie Repubblicane e poi contro la candidata Democratica Hillary Clinton, e quella del 2020, quando fu sconfitto da Joe Biden. Dopo le ultime presidenziali, Trump iniziò a parlare di brogli (mai provati), e la sede del Congresso a Washington fu presa d’assalto dai suoi sostenitori il 6 gennaio 2021: attualmente il suo ruolo in quelle giornate e nel tentativo di ribaltare il risultato elettorale è al centro di un procedimento legale e di un’inchiesta del Congresso.

Solo un presidente nella storia americana è stato rieletto in due mandati non consecutivi: Grover Cleveland nel 1884 e nel 1892. Al momento nessun altro Repubblicano ha espressamente annunciato la propria candidatura alle primarie. Oltre a DeSantis, quelli che potrebbero pensarci sembrano essere l’ex vicepresidente Mike Pence, il governatore uscente del Maryland Larry Hogan e il governatore della Virginia Glenn Youngkin.