Facebook ha deciso di affrontare il tema del diritto di satira

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 24 maggio 2021)

Un meme della discordia che potrebbe condizionare la politica dei social network in termini di ironia e satira. La decisione dell’Oversight Board del social di Mark Zuckerberg – che ha il compito di valutare le decisioni prese dai vertici di Menlo Park – ha ribaltato la “censura” portata avanti dalla piattaforma nei confronti di un’immagine dissacrante che aveva l’obiettivo di “denunciare” il comportamento della Turchia sul genocidio armeno. Questa scelta apre un vasto confronto sul diritto di satira su Facebook (e sui social in generale), che, molto spesso, viene superato dagli algoritmi e da valutazioni che non riescono a stabilire il confine labile tra la macabra ironia e la denuncia satirica.

Meme-due-bottoni-diritto-di-satira-su-Facebook“Il genocidio armeno è una bugia” e “Gli armeni erano terroristi che se lo meritavano”. Queste le due frasi contenute all’interno di quel famoso meme-vignetta che va tanto di moda sui social. Come evidente, si trattava di una vignetta satirica per contestare il comportamento della Turchia sul genocidio armeno. E questo meme era stato bannato – in prima e seconda revisione – da Facebook perché, secondo chi ha effettuato questa doppia valutazione – violava le regole sull’hate speech.

Ma il giudizio del Consiglio di Sorveglianza di Facebook ha ribaltato questa decisione, accogliendo il ricorso presentato dall’utente che si era visto oscurare la vignetta. Il tutto mettendo in luce cinque aspetti che evidenziano le eccezioni da mettere in atto per le valutazioni sulle eventuali violazioni dei regolamenti:

  1. Informare gli utenti dello standard comunitario applicato dall’azienda. Se Facebook determina che il contenuto di un utente viola uno standard della comunità diverso da quello di cui l’utente è stato originariamente informato, dovrebbe avere un’altra opportunità per presentare ricorso.
  2. Includere l’eccezione di satira, che non è attualmente disponibile per gli utenti, nella lingua pubblica del suo standard comunitario di incitamento all’odio.
  3. Adottare procedure per moderare adeguatamente i contenuti satirici tenendo conto del contesto pertinente. Ciò include fornire ai moderatori dei contenuti l’accesso ai team operativi locali di Facebook e tempo sufficiente per consultarsi con questi team per effettuare una valutazione.
  4. Consentire agli utenti di indicare nel loro ricorso che i loro contenuti rientrano in una delle eccezioni alla politica sull’incitamento all’odio. Ciò include eccezioni per contenuti satirici e dove gli utenti condividono contenuti che incitano all’odio per condannarli o sensibilizzarli.
  5. Assicurare che i ricorsi basati su eccezioni alle norme abbiano la priorità per la revisione umana.

In particolare, il secondo e il terzo punto parlano di “eccezione di satira” che rivoluzionerebbe i criteri di valutazione di ciò che viene pubblicato sul social di Zuckerberg.