Twitter e il pasticcio imbarazzante dei post modificati

di Emanuele Capone (lastampa.it, 14 aprile 2024)

Il cambio di nome da Twitter a X è stato un mezzo flop e, oltre un anno dopo l’annuncio di Elon Musk, la stragrande maggioranza delle persone continua a chiamare il social network con il suo nome originale: l’abbiamo scritto su Italian Tech pochi giorni fa, e del problema è evidentemente consapevole pure la compagnia. Che sta cercando di rimediare, anche con azioni maldestre, un po’ ridicole e potenzialmente pericolose.

L’ultima, di cui si è avuta notizia intorno al 10 aprile (ne ha scritto Ars Technica, per esempio), riguarda il cambio forzato della dicitura twitter.com in x.com in tutti i post degli utenti, anche quelli del passato: scrivendo twitter.com in un tweet, dopo la pubblicazione lo si vedeva cambiare in x.com La modifica, che riguardava solo la versione iOS dell’app, è durata alcuni giorni e sarebbe stata sospesa dopo proteste, lamentele e inevitabili prese in giro. Come detto, questo tipo di intervento è non solo ridicolo e un po’ imbarazzante ma anche pericoloso dal punto di vista della sicurezza informatica. Vediamo perché, iniziando dal primo punto.

Perché è una cosa ridicola

Questa cosa è ridicola e imbarazzante perché quello che l’azienda di Musk sta cercando di fare è cancellare qualsiasi riferimento a Twitter dalla piattaforma: non essendoci riuscita con le buone (annunci roboanti sul cambio di nome, cambio di logo, gigantesca insegna a forma di X sul tetto della sede di San Francisco), prova con le cattive. “Tu scrivi twitter.com? E io te lo cambio in x.com” sembra essere il concetto. “E lo cambio pure in tutti i tweet del passato, di un anno fa, di due anni fa, di cinque anni fa”, quando X nemmeno esisteva fra l’altro.

Di più: è ridicola e imbarazzante sia perché è una chiara resa all’ennesimo fallimento di Musk nella gestione del social network, sia perché la stessa X continua a usare il termine Twitter nonostante non voglia farlo usare agli altri; prima di modificare le parole che non le piacciono nei tweet delle persone, forse la compagnia dovrebbe smettere di usare twitter.com come indirizzo principale del proprio sito. Usi x.com e dia il buon esempio, se crede così tanto in questo nome.

Non è tutto: c’è anche il fatto che intervenire così è come usare una clava per fare le pulizie in una gioielleria. È ovvio che si provocheranno danni collaterali, e questo ci porta al secondo punto.

Perché è una cosa pericolosa

Il problema del cambiare tutte le diciture twitter.com in x.com non solo in modo retroattivo ma anche e soprattutto per i tweet che verranno è che si tratta di “un regalo per chi fa phishing”, come hanno spiegato vari esperti di cybersicurezza. Il punto è che su Twitter la dicitura twitter.com veniva cambiata in x.com non solo quando era scritta da sola, ma anche se era contenuta all’interno di una parola più lunga. Per capire è utile l’esempio che hanno fatto tutti, ma ce ne sono molti altri: un eventuale netflitwitter.com veniva trasformato in netflix.com ma anche fedetwitter.com in fedex.com e xbotwitter.com in xbox.com o setwitter.com in sex.com

Il problema sta tutto qui: se un pirata informatico costruisse un finto sito di Netflix, con la grafica, i loghi e l’aspetto di quello di Netflix allo scopo di rubare le credenziali di accesso e i dati delle carte di credito degli utenti, lo chiamasse netflitwitter.com e poi ne condividesse l’indirizzo in un tweet, quell’indirizzo verrebbe convertito (e in effetti veniva convertito) in netflix.com Ed è così che lo avrebbero visto le persone, scambiandolo per quello vero.

Identico discorso si potrebbe fare per i vari fedex.com xbox.com carfax.com e per chissà quanti altri siti, tant’è che ci sono utenti che hanno raccontato di essersi comprati l’indirizzo netflitwitter.com (e altri) per “impedirne l’uso per scopi criminali”, mentre l’app di Twitter è stata poi rapidamente aggiornata proprio per escludere questo tipo di siti dalla modifica. Un’imbarazzante retromarcia, decisamente non la prima da quando Twitter ha cambiato proprietario.

Violato uno dei princìpi cardine dei social

Tutto questo senza considerare le implicazioni dal punto di vista della libertà di espressione e del controllo dei contenuti. Al solito, la prima sembra cara a Musk solo se le persone parlano come lui vuole che parlino (non scrivendo Twitter su Twitter, cioè); ma è il secondo punto che è forse il più importante e il più inquietante, anche se on line se ne sta discutendo poco. Con questo intervento, Twitter ha dimostrato di essere in grado abbastanza facilmente di mettere le mani nei tweet delle persone, anche in modo retroattivo e dopo che sono stati pubblicati, violando un’altra delle regole d’oro dei social, valida da quando è nato Facebook, cioè da oltre vent’anni: quello che è pubblicato rimane pubblicato, a meno che non sia cancellato. Se invece viene modificato, a chi lo legge dev’essere chiaro che è stato modificato.

Per Twitter tutto questo valeva ancora di più, era proprio una delle sue caratteristiche fondanti: se sbagliavi un tweet, dovevi cancellarlo e rifarlo. Appunto perché l’idea era che quello che pubblichi rimane nel tempo. Ed è per questo che il social fondato da Jack Dorsey fu fra gli ultimi a permettere la modifica dei post, soltanto nel 2022.

Oggi, invece, non solo i tweet si possono modificare, ma li può pure modificare Twitter senza che l’utente ne sia consapevole: si scrive una cosa e poi se ne vede pubblicata un’altra. È giusto? È corretto? È legale? Che accadrebbe se qualcuno usasse lo stesso artificio e trovasse il modo (per esempio) per cambiare tutti i Milan in Inter? Tutti i Sony in Microsoft, oppure in Nintendo? Tutti gli Apple con Google? O tutte le scritte Gesù con Allah, magari? Non esattamente una buona idea, ma questa è l’idea che ha avuto Elon Musk.