Siria, morto in battaglia l’ex portiere della nazionale icona dei ribelli

di Pier Luigi Bussi (iltirreno.gelocal.it, 9 giugno 2019)

Il portiere di calcio diventato un’icona della ribellione contro il presidente Bashar Assad è morto per le ferite riportate nella sua ultima battaglia con le forze governative. Abdul Baset Al-Sarout, 27 anni, l’ex portiere della nazionale siriana combattente anti-governativo, era un eroe sui campi da calcio, dove giocava per la squadra più popolare di Homs con la speranza di diventare una star in Siria e un idolo per la sua città.

Ph. Omar Haj Kadour / Afp
Ph. Omar Haj Kadour / Afp

Quando nel 2011 scoppiano le proteste pacifiche contro Assad, Abdul Baset, oltre a guidare una serie di manifestazioni, diventa una icona della musica, da tutti chiamato il «cantante della rivoluzione» per le sue canzoni e ballate. Cavalca la rivolta siriana e prende le armi mentre il Paese scivola nella guerra civile. È a capo di una unità di combattenti contro le forze governative e sopravvive all’offensiva governativa di Homs.

Due dei suoi fratelli muoiono durante l’assedio, altri due e suo padre vengono uccisi all’inizio della guerra. Leader indiscusso dell’Esercito siriano libero, tanto che una brigata di Homs porta il suo nome, dopo 3 anni di guerra civile, di cui 2 nella sua città assediata dall’esercito siriano, Sarout si trasforma in un carismatico simbolo della ribellione. Il governo lo ha sempre considerato un traditore, radiandolo dal calcio e offrendo una ricompensa a chi avesse dato informazioni per il suo arresto.

L’ex portiere è apparso in decine di video diffusi on line: in alcuni promette di combattere sino alla morte, in altri denuncia la devastazione nelle strade e condanna la comunità internazionale per aver abbandonato i siriani, negli ultimi appare scheletrico e senza forze. I combattimenti ad aprile si sono intensificati nella Siria nord-occidentale, l’ultima grande roccaforte ribelle. Più di 300 persone sono morte, circa 400mila sono state sfollate, mentre le truppe governative sono penetrate nell’enclave dei ribelli. Mustafa Maarati, il portavoce di Jaish al-Izza, gruppo ribelle dell’Esercito siriano libero, ha dichiarato che Sarout è morto in un ospedale turco per le ferite riportate allo stomaco, alle gambe e alle mani durante l’ultima settimana di aspri combattimenti nella provincia settentrionale di Hama.