Donald Trump e la destrificazione di Twitter

di Emanuele Capone (huffingtonpost.it, 25 agosto 2023)

Dopo un’assenza durata 2 anni e 7 mesi, Donald Trump è tornato su Twitter (che ora si chiama X) per condividere con i follower la sua foto segnaletica. L’ex presidente degli Stati Uniti, che era stato bannato dalla piattaforma all’inizio del 2021 dopo l’assalto dei suoi seguaci a Capitol Hill e il timore di “ulteriori appelli alla violenza”, ha ancora quasi 87 milioni di follower, cui però non scriveva più niente appunto dall’8 gennaio 2021.

Questa assenza è finita nella notte italiana, quando Trump, arrestato in Georgia perché accusato di avere cospirato per cambiare i risultati delle elezioni presidenziali, ha postato un’immagine della sua foto segnaletica, accompagnata dalla frase “Interferenza elettorale! Mai arrendersi!” e dall’indirizzo del suo sito, che è donaldjtrump.com

Al momento in cui scriviamo, il cinguettio ha quasi 750mila like, 260mila retweet e circa 135mila commenti, moltissimi dei quali solidali con il detenuto P01135809. Con Trump, cioè. L’ex presidente degli Stati Uniti era stato riammesso su Twitter il 19 novembre 2022: il giorno prima, Elon Musk (che da poco era diventato proprietario della piattaforma) aveva chiesto alle persone se fosse il caso di reintegrare Trump oppure no. Al sondaggio arrivarono circa 15 milioni di risposte, con il 51,8% che si era espresso in favore di questa riammissione. Cui però, almeno inizialmente, Trump non sembrava particolarmente interessato.

Nonostante avesse invitato i suoi sostenitori a votare per il reintegro, Trump allora aveva fatto sapere di non essere intenzionato a tornare su Twitter nel breve periodo. In quel momento, infatti, l’ex presidente era impegnato con Truth, il suo social network, che (a sentire lui) stava andando “molto bene”. Deve avere evidentemente cambiato idea, tant’è che qualche mese fa ha annunciato l’intenzione di non rinnovare il contratto di esclusiva che lo legava alla piattaforma, sui cui comunque resta ancora attivo, almeno per il momento.

Il nuovo proprietario di Twitter era stato da subito fra i più forti sostenitori del ritorno di Trump, dicendosi da sempre (e almeno in teoria) un difensore della libertà di parola: prima di quello dell’ex presidente, Musk aveva riattivato i profili del canale conservatore Babylon Bee, della comica Kathy Griffin, del discusso saggista Jordan Peterson e (più di recente) anche del rapper Kanye West. Musk ha accolto a modo suo il primo tweet di Trump dopo 31 mesi: ripostando il cinguettio dell’ex presidente, accompagnato dalla didascalia “Di un altro livello”, e anche rispondendo con grandi risate ad alcuni dei commenti pubblicati sotto al tweet iniziale di Trump.

Non è molto, nonostante questo ritorno sia decisamente significativo del punto di vista dell’ulteriore spostamento a destra di Twitter: fra il repubblicano Ron DeSantis che ha deciso di annunciare la sua candidatura alle prossime elezioni proprio qui, il giornalista (e suprematista bianco) Tucker Carlson che ha svelato che avrà un suo spazio di informazione proprio sul social di Musk, cosa che farà anche The Daily Wire, sito molto amato dalla destra americana, X sembra davvero diventato quello che i conservatori americani volevano e che non sono riusciti a ottenere con i vari Parler, Gettr, MeWe e lo stesso Truth.

Basta del resto farsi un giro su Twitter (abbandonato ormai da oltre il 50% degli ambientalisti), scorrere il feed dei cinguettii, vedere quell’invasione incomprensibile di spunte blu e leggere frasi tipo “l’uccellino adesso è libero” o “adesso possiamo finalmente dire quello che vogliamo”, ricordarsi la decisione di Musk sul decimare il team di moderatori e impedire la rimozione delle fake news sul Coronavirus o anche mettere in fila le prese di posizione sue e dei suoi sottoposti su quello che sulla piattaforma è consentito fare (o non fare) e a chi è consentito farlo (oppure no), per non sorprendersi se molti organi di stampa, da questo e dall’all’altro lato dell’Atlantico, scrivono apertamente che “la destrificazione di Twitter è completa” o anche che “Twitter è ormai un social network di estrema destra”.