La lezione del trumpismo: occorre un disarmo digitale

di Marco Morosini (huffingtonpost.it, 22 gennaio 2021)

L’abbiamo vista tutti la mazza con cui un “terrorista domestico” ha frantumato le vetrate del Parlamento degli Stati Uniti. Quella mazza è un simbolo appropriato per un tentativo di quattro anni di demolire la democrazia statunitense. Un vero incubo! Un’altra famosa mazza era già stata il simbolo del contrario: il sogno di una “liberazione digitale”. Con una grande mazza, infatti, il megaschermo del Grande Fratello veniva frantumato nel leggendario spot 1984 di Ridley Scott, con il quale Apple lanciò quattro decenni fa il suo rivoluzionario Macintosh, il “computer per tutti”. Quel mitico spot 1984 fu il più impressionante manifesto del “digitalismo politico”, detto anche “Ideologia Californiana”: un’era di libertà, intelligenza collettiva, democrazia diretta e potere popolare era alle porte.1984-AppleInvece, arrivò Donald Trump a demolire a mazzate quel sogno. L’ascesa fulminante di Trump, infatti, ci ha dimostrato che gli strumenti digitali oggi possono dare più potere ai forti che non ai deboli. I dati, non i soldati, sono diventati la migliore arma per conquistare il potere. La guerra-lampo digitale che ha permesso a Trump di diventare l’uomo più potente del mondo non sarebbe stata vittoriosa senza il suo bombardamento digitale a tappeto. E ammettiamolo, senza i 410mila morti della sua tragica gestione della pandemia, Trump sarebbe di nuovo in carica per altri quattro anni.

Qualunque ipotesi di regolamentazione di Internet si è finora smarrita in una sconcertante impotenza. Perché ora lo vediamo: il digitale è un bolide senza freni e senza retromarcia. Proprio come l’energia atomica. In effetti, l’atomico e il digitale sono simili nel loro regalo avvelenato: la dismisura. A noi Sapiens, cresciuti nella scarsità per due milioni di anni, l’atomico e il digitale regalano una quantità praticamente infinita di energia e d’informazione. Queste due tecnologie dell’intemperanza hanno creato una nuova conditio umana: per millenni la sazietà fu il nostro sogno. Ora la dismisura è il nostro incubo. Solo una, la temperanza, può essere la nostra salvezza. L’atomico e il digitale ci hanno promesso il paradiso in terra. Vi ricordate? L’“era atomica” ci prometteva negli anni Sessanta elettricità “too cheap to meter” (troppo a buon mercato per misurarla), deserti irrigati e fertili, fame e povertà debellate. Poi abbiamo aperto gli occhi. Con il digitale, invece, siamo ancora in un abbaglio euforico, come per l’atomico negli anni Sessanta. Oggi, i rari impulsi per ponderazione differenziata sul digitale sono subito contrastati evocando gli indiscutibili benefici delle nuove tecnologie.

Ma – è questa la novità epocale – la disponibilità di una quantità infinita di energia significa un grande potenziale di abuso e di distruzione materiale. E la disponibilità di una quantità infinita d’informazione e il suo uso pernicioso hanno creato un grande potenziale di abuso (vedi Trump) e di autodistruzione mentale – per esempio con gli smartphone che diamo ai bambini, nonostante questi oggetti siano a un tempo droghe e armi pericolose, disponibili senza ricetta, senza patente e senza porto d’armi. Gli smartphone nelle mani dei bambini sono solo la punta dell’iceberg dei danni causati dal digitale di massa. Lo smartphone di un bambino, per esempio, non può essere controllato né regolato da genitori, famiglia, scuola, Chiese, Stato e società – insomma da quella che chiamiamo la civiltà.

Uno smartphone è come una lampada di Aladino. Il bambino lo sfiora lievemente, uno spirito onnipotente ne esce, ne soddisfa qualunque desiderio, gli provoca gli incontri più perniciosi e perversamente affascinanti: pornografia, violenza, gioco d’azzardo, denigrazioni, ricatti, video di vendetta, bombardamento di stupidaggini e menzogne, e altro ancora. In Rete milioni di bambini stanno incontrando e ammirando come modelli da imitare altri bambini “youtuber” che diventano milionari organizzando réclame planetarie di giocattoli dalla loro stanzetta piena di soldatini e Lego. E tutto ciò è disponibile a centinaia di milioni di bambini gratuitamente, in qualsiasi luogo e momento, tanto a lungo quanto vogliono, grazie a 100 grammi di plastica e di metalli che hanno sempre in tasca o, più spesso, sempre in mano.

È ora di rendercene conto. Noi tutti, adulti e bambini, non siamo organicamente all’altezza (e mai lo saremo) delle “tecnologie della dismisura”. Non della tecnologia atomica, come ci ricordò il filosofo Günter Anders. E non della odierna tecnologia digitale incontrollata. Se i colpi di mazza di Trump ci hanno svegliato dai sogni digitali, allora questi orribili quattro anni non avranno prodotto solo disastri.