Archivi tag: Napoleone Bonaparte

L’altro “Napoleon”, un film così grande che influenzò le elezioni

di Gabriele Niola (esquire.com, 29 novembre 2023)

Ridley Scott può aver fatto su Napoleone il film più costoso e più magniloquente nelle possibilità del cinema contemporaneo, ma è certo che non ha realizzato il film più grande su Napoleone. Quel primato spetta (e probabilmente spetterà per sempre) ad Abel Gance, che fece uscire un film su Napoleone con Albert Dieudonné nel 1927, in un’epoca in cui il cinema era selvaggio, non c’erano regole e si poteva inventare qualsiasi cosa, spendere qualsiasi cifra, immaginare le produzioni più titaniche.

Gaumont / Photoplay Productions Ltd.

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Napoleone non era poi così basso

(ilpost.it, 23 novembre 2023)

Giovedì esce nei cinema italiani Napoleon, film diretto da Ridley Scott che racconta la storia dell’ascesa al potere di Napoleone Bonaparte, soprattutto attraverso la sua relazione con Giuseppina di Beauharnais, la prima moglie dell’imperatore francese tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Da quando si è saputo che a interpretare il ruolo di Napoleone sarebbe stato l’attore statunitense Joaquin Phoenix, diverse persone hanno iniziato a domandarsi se le sue caratteristiche fisiche fossero adatte per il ruolo, e in particolare una: la sua altezza.

James Gillray, “The King of Brobdingnag and Gulliver” (New York, Metropolitan Museum of Art)

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Tiara Day: anche i diademi hanno la loro giornata

di Giorgia Olivieri (vanityfair.it, 24 maggio 2023)

C’è una giornata per tutto, anche per i diademi. Si celebra il 24 maggio di ogni anno il Tiara Day, una festa che più che i diamanti in realtà vuole celebrare l’emancipazione femminile andando a ripescare il valore di questo copricapo gioiello che ha origini antiche. Prima delle pietre e dei metalli preziosi c’erano le ghirlande d’alloro dei greci, trasformate in oro dai romani: la testa si decorava per una vittoria oppure per amore, come accadeva per le spose.

Mirrorpix / Getty Images

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Il mondo è pieno di fasci littori

(ilpost.it, 12 gennaio 2023)

Il fascio littorio, il simbolo che diede il nome al fascismo e che rappresenta un insieme di bastoni di legno legati insieme da una striscia di cuoio intorno a un’ascia, ha una connotazione chiara in Italia, ma nel resto del mondo è un comune simbolo di potere, e compare in monumenti ed effigi di moltissimi Paesi senza destare scalpore. C’è un fascio littorio persino sopra la porta dello Studio Ovale alla Casa Bianca, la residenza del presidente degli Stati Uniti.

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La tremenda fine degli eroi di Waterloo usati per sbiancare lo zucchero

di Nicola Graziani (agi.it, 21 agosto 2022)

Dietro la gloria si nasconde l’orrore, dietro l’epica la sete di guadagno degna del più abbrutito dei bifolchi o del più cinico dei mercanti. Per loro non ci fu pietà, nemmeno da morti, perché delle circa 40mila vittime di quel giorno di orribile mattanza che fu la Battaglia di Waterloo non restò praticamente nulla. Nulla, in assoluto. Dissolti nemmeno nella terra della piana dello scontro, ché sarebbe stato già qualcosa. No: dissolti nel tè dei britannici, nel caffè degli austriaci imperiali, nei dolci delle pasticcerie di Berlino e persino di quelle di Parigi. L’Europa divorava sé stessa e i suoi figli, leccandosi i baffi; chissà se qualcosa finì anche sulle tavole imbandite dei ricevimenti di quella bolgia di tradimenti e galanterie che fu il Congresso di Vienna. I tempi di produzione, del resto, sarebbero stati quelli giusti, perché la barbabietola da zucchero, tra il nascere il crescere e l’essere lavorata, qualche mese lo richiedeva.

Ph. Thomas Coex / Agence France-Presse – Getty Images

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Il tentativo fallito di avvicinare Francia e Russia con i resti di un generale napoleonico

(ilpost.it, 6 settembre 2021)

Il 19 agosto 1812 il generale francese Charles Etienne Gudin fu colpito da una palla di cannone alla gamba sinistra, durante la campagna napoleonica in Russia. La gamba gli fu amputata ma la ferita andò in cancrena, e Gudin morì nel giro di tre giorni. Per più di due secoli il luogo dove fu seppellito rimase ignoto, finché nel 2019 la sua tomba fu rintracciata a Smolensk, vicino all’attuale confine con la Bielorussia, e si cominciò a organizzare il rimpatrio dei resti. I vertici diplomatici di entrambi i Paesi avevano previsto una cerimonia solenne, che avrebbe dovuto essere il simbolo del riavvicinamento di Russia e Francia e a cui avrebbero dovuto partecipare persino i presidenti Emmanuel Macron e Vladimir Putin.

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