Archivi tag: John Carlos

Da Smith a Vinícius, la lotta al razzismo non abbassa i pugni

di Emanuela Audisio (repubblica.it, 4 marzo 2024)

Basta un gesto. Per dire: non ci sto, non sono dei vostri. Per riannodare e rinnovare la protesta. Basta quel pugno, senza nazionalità, né passaporto, ma pieno di storia. Per sfregare la pelle del razzismo, per irritarlo, per sfidarlo. Tra quello di Vinícius Júnior, 23enne brasiliano, calciatore del Real Madrid e quello con il guanto nero di Tommie Smith e di John Carlos passa più di mezzo secolo (56 anni).

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Major Taylor, che pedalò contro le leggi razziali

di Marco Pastonesi (ilfoglio.it, 24 agosto 2022)

Era nato per la bici. Prima la domò, poi la conquistò. Fra acrobazie e virtuosismi, con disinvoltura ed eleganza, di forza e di velocità. Soprattutto velocità. Piegandosi sul manubrio, incassando la testa, frullando i pedali. Rhythm’n’bike. Musica ciclistica. Marshall Walter Taylor, il primo fuoriclasse di ciclismo afroamericano, il primo campione americano e poi mondiale di ciclismo nero.

Collection Jules Beau. Photographie sportive, via Wikimedia Commons

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Inginocchiarsi per chi, per cosa

di Leonardo Tondelli (ilpost.it, 22 giugno 2021)

Le foto sono strumenti potenti, ma non dicono necessariamente la verità. Le foto che immortalarono il podio olimpico dei 200 metri all’Olimpiade del 1968 mostrano due atleti neri col braccio alzato e il pugno chiuso – anche se non sappiamo ancora quanto il gesto costerà a entrambi, intuiamo di trovarci davanti a un gesto forte di protesta. A rendere l’immagine così potente è soprattutto il contrasto col terzo atleta, bianco e apparentemente indifferente: è lui a creare l’asimmetria necessaria. Il bianco guarda avanti, i neri protestano. Per innalzare quelle mani guantate serve così tanta forza di volontà che a Tommie Smith e John Carlos non ne resta per alzare la testa: sanno di essere vittime sacrificali ma fanno quel che è giusto fare, e poi sia quel che sia.

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I princìpi della Nazionale italiana

di Giuseppe Pastore (esquire.com, 28 giugno 2021)

Parafrasando il capitano della Nazionale italiana di Calcio, venerdì sera ci vorrebbero certamente coraggio e sangue freddo per andare a combattere il Nazismo in Germania. Per fortuna è il luglio del 2021 e il Nazismo, almeno nella sua versione originale, è venuto a mancare 76 estati fa, così possiamo dedicarci a questioni più impellenti. Almeno, possiamo dedicarcene noi: perché la Nazionale italiana di Calcio – com’è del resto suo diritto – non ne ha alcuna voglia. Innanzitutto una precisazione formale a proposito di alcune notizie che stanno facendo il giro dei social: al momento in cui scriviamo, la Federcalcio non ha diramato alcuna nota ufficiale riguardo al comportamento da tenere al fischio d’inizio di Italia-Belgio.

Ph. Catherine Ivill / Getty Images

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Alle Olimpiadi i gesti politici vietati sul podio

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 24 aprile 2021)

Nessun pugno alzato sul podio, nessuno a inginocchiarsi al momento dell’inno, nessuna discesa dal podio per protesta. I prossimi Giochi non avranno momenti come quelli diventati iconici nello sport olimpico. Il Comitato Olimpico Internazionale, in accordo con gli sportivi, ha stabilito regole precise per le Olimpiadi di Tokyo della prossima estate e per quelle invernali di Pechino del 2022, che dovranno essere eventi solo sportivi. Nessun riferimento a politica o religione. Non ci potranno essere gesti e simboli di protesta sul podio, durante le gare o nelle cerimonie ufficiali.

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Lo sport americano si schiera contro il razzismo

di Francesca Venturi (agi.it, 3 giugno 2020)

Lo sport americano, che conta un gran numero di atleti neri, si espone contro il razzismo, ma non tutte le discipline lo fanno allo stesso modo. Se il basket si è sempre schierato nelle questioni sociali, altri sport come l’hockey, dove la presenza di atleti afroamericani è meno massiccia, si sono espressi con maggiore prudenza sul caso dell’omicidio di George Floyd e le conseguenti proteste che durano ormai da una settimana.

Ph. Darren Abate / Ap
Ph. Darren Abate / Ap

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Le volte in cui lo sport si è schierato politicamente

di Riccardo Liguori (agi.it, 20 ottobre 2019)

Gli atleti, oggi come un tempo, sono più di semplici sportivi. E la politica, questo, lo sa bene. L’ultima conferma è arrivata pochi giorni fa, quando i giocatori della Nazionale di calcio turca hanno fatto un saluto militare durante l’inno nazionale delle qualificazioni agli Europei contro l’Albania prima e la Germania poi.

Ullstein Bild via Getty Images
Ullstein Bild via Getty Images

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L’inchino anti-Trump del fiorettista Race Imboden e lo sport che protesta

di Gabriele Lippi (wired.it, 13 agosto 2019)

Sul gradino più alto del podio con un ginocchio piegato. La foto di Race Imboden, fiorettista americano oro nella prova a squadre ai Giochi Panamericani di Lima, ha fatto il giro del mondo. The star spangled banner risuona nella hall che ospita le gare di scherma mentre lui assume la posizione resa celebre da Colin Kaepernick, l’ex quarterback dei San Francisco 49ers che dal marzo 2017 non ha più un contratto professionistico con la Nfl.1_Berry_Iimboden Continua la lettura di L’inchino anti-Trump del fiorettista Race Imboden e lo sport che protesta

Tommie Smith e John Carlos a Messico 1968, quel pugno al cielo che ha cambiato il mondo

di Rosario Esposito La Rossa (ilfattoquotidiano.it, 15 ottobre 2018)

Esattamente cinquant’anni fa il mondo si fermava davanti a due afroamericani. 16 ottobre 1968, Olimpiadi di Città del Messico. Finale dei 200 metri. I favoriti sono Tommie Smith detto “The Jet” e John Carlos, entrambi statunitensi. Pronti, partenza, via. Come da copione “The Jet” vola, vola davvero, alle sue spalle John Carlos tiene il passo.Mexico_1968 Continua la lettura di Tommie Smith e John Carlos a Messico 1968, quel pugno al cielo che ha cambiato il mondo