Archivi tag: informazione giornalistica

Coccodrilli

di Stefano Bartezzaghi (repubblica.it, 18 giugno 2023)

Dimesso dall’ospedale dopo l’intervento di laparatomia e dieci giorni di ricovero, Francesco ha tenuto a dire “Sono ancora vivo!”. Scherzava, lui. Ma per noi è difficile non pensare che già soltanto negli ultimi giorni della degenza papale se ne sono invece andati, tra gli altri: Guido Bodrato, il caro Nuccio Ordine, Silvio Berlusconi, Francesco Nuti, Flavia Franzoni, Paolo Di Paolo, Treat Williams, Cormac McCarthy.

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Quello che il trench di Elly Schlein ci racconta su stampa e potere

di Alessandro Calvi (huffingtonpost.it, 3 maggio 2023)

Il moralismo rovesciato da sinistra sull’intervista di Elly Schlein al mensile Vogue, corredata da foto patinate e descrizione delle abitudini modaiole della segretaria del Pd, è decisamente stucchevole. Altrettanto stucchevole è il realismo politico esibito da chi, dal fronte liberale e più in generale da destra, ha liquidato quelle critiche a volte con toni spicci, a volte esercitandosi in un épater le bourgeois davvero un po’ appassito.

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Letizia di Spagna a sorpresa a “Informe Semanal” (il suo primo programma tv da giornalista)

(vanityfair.it, 2 aprile 2023)

I telespettatori della Televisión Española hanno ritrovato uno dei volti più noti del canale. La regina Letizia di Spagna è tornata per qualche minuto a Informe Semanal, il programma che l’ha fatta conoscere sul canale pubblico come giornalista. Informe Semanal ha trasmesso uno speciale per commemorare il cinquantesimo anniversario della sua creazione e la regina è apparsa all’inizio del programma con un video registrato nel suo ufficio nel Palazzo della Zarzuela.

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Le notizie sono conigli (e lo storytelling è la lattuga): la lezione di Frank Rose

di Andrea Cauti (agi.it, 11 giugno 2022)

Raccontare storie sembra sia diventato l’unico modo per fare comunicazione oggi, avvicinando – e a volte facendo interagire in maniera anche incestuosa – mondi tra loro diversi e lontani: pubblicitari, creativi, scrittori, sceneggiatori, programmatori, giornalisti. Una volta si faceva pubblicità dicendo che un brand è buono. A volte, negli Stati Uniti, si diceva che altri brand erano cattivi. E ancora: un tempo si promuoveva un film facendo tour mondiali con i protagonisti, mandando in onda trailer e regalando gadget. I videogiochi erano pubblicizzati in ambienti di nicchia, nei grandi raduni, promossi con gadget e con pupazzi che rappresentano i vari eroi. E poi c’è il mondo del giornalismo, dove la notizia era ciò che contava e dove il lettore si catturava con un titolo accattivante, con un articolo ricco di particolari e rivelazioni, e con la serietà del giornalista.

Ph. Jonathan Bachman / Reuters

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Lavrov su Rete4: il Ppe critica il programma ma dimentica Berlusconi

a cura di Annalisa Cangemi (fanpage.it, 2 maggio 2022)

L’intervento in esclusiva su Rete4 del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ospitato per un’intervista senza un vero contraddittorio, è stato duramente criticato. Il programma Zona Bianca, andato in onda ieri sera, e condotto da Giuseppe Brindisi, ha offerto uno spazio di propaganda nella tv italiana a uno dei più stretti collaboratori di Vladimir Putin, che ha potuto così rilanciare indisturbato diverse fake news. Il Partito Popolare Europeo (Ppe), in un tweet, ha criticato la trasmissione, rispondendo direttamente al profilo ufficiale di Zona Bianca. L’account del programma aveva postato un estratto dell’intervista di Lavrov, intento a smontare la notizia del massacro di Bucha e a presentare la “versione” del Cremlino, secondo cui la strage non sarebbe altro che un complotto dell’Occidente.

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L’informazione Rai è come una soap, con caratteristi scarsi e trame prevedibili

di Mario Lavia (linkiesta.it, 2 maggio 2022)

L’informazione Rai è allo sbando. Una grossa delusione per chi sperava in una Rai “draghiana”, orientata cioè nel senso di una maggiore “voglia” di approfondire seriamente i problemi, di caratterizzarsi per autorevolezza e credibilità. Un servizio pubblico serio. Macché. Proprio nel più tragico periodo della storia recente, la Rai sta dando il peggio di sé, declassando l’informazione a fiction, come ha denunciato il presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai Alberto Barachini sul Corriere della Sera. In generale – non stiamo adesso parlando della sola Rai – i talk show, sempre più show, invece di essere momenti di informazione, dibattito e approfondimento sono pensati come fiction: la deriva è da anni in atto sulle reti Mediaset e poi de La7 (con poche, luminose eccezioni), ma da qualche mese anche sul programma principale di informazione del servizio pubblico, Cartabianca su Rai3 (lasciamo stare qui Report, che fa un’informazione basata sulla character assassination e su un giornalismo scandalistico).

Ph. Paolo Chiabrando / Unsplash

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I talk show italiani fanno informazione?

(ilpost.it, 23 aprile 2022)

Nelle ultime settimane i talk show italiani sono stati molto criticati per il modo in cui hanno seguito le vicende della guerra in Ucraina, ospitando in molti casi posizioni e versioni dei fatti controverse, quando non del tutto screditate e dimostrate come false. Le risposte più frequenti a queste critiche da parte di chi progetta e conduce i talk show alludono generalmente alla necessità di garantire una pluralità di opinioni nel dibattito, e di “dare l’opportunità di esprimerle ed eventualmente confutarle”: secondo molti però in questo atteggiamento ci sarebbe il tentativo di costruire appositamente uno sterile contraddittorio teatrale utile alla polemica e all’audience, ma a costo di dare spazio a falsità su argomenti per i quali la verità è già stata ampiamente accertata. «Il dibattito è normale, è normale non essere d’accordo. Il problema è quando il livello di conoscenza dell’argomento da parte di alcuni ospiti non è sufficiente a instaurarne uno», dice Olga Tokariuk, giornalista ucraina che ha collaborato a lungo coi media italiani e ultimamente ha rifiutato molti inviti.

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Informazione tossica, colonialismo digitale e profitti mostruosi

di Annamaria Testa (internazionale.it, 19 ottobre 2021)

Ogni nostra decisione sul futuro, piccola o grande, riguardante i prossimi trenta minuti o i prossimi trent’anni, si basa su quello che noi sappiamo adesso. E quello che noi adesso sappiamo, o crediamo di sapere, rispecchia l’assieme delle informazioni che, nel corso delle nostre vite e fino a questo momento, ci hanno raggiunto e colpito. E che, convincendoci della loro rilevanza, hanno incessantemente contribuito a formare, a modificare (o a deformare) la nostra visione di noi stessi e delle cose. Dunque, poter disporre di informazioni di qualità è fondamentale perché sia i singoli sia i governi decidano bene e, per dirla con Steven Pinker, in modo razionale e responsabile: tale, cioè, da “salvare il mondo”.

Artur Debat / Getty Images

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Ah, ma è Lercio

(ilpost.it, 14 ottobre 2021)

Negli ultimi anni la definizione di “fake news” è stata spesso usata in maniera sbrigativa e generica per descrivere qualsiasi tipo di notizia falsa o sostenuta tale – soprattutto nel linguaggio della politica, o in generale quando qualcuno cerca di smentire un’informazione che lo riguarda – confondendo il suo significato letterale con il più esteso dibattito sulla disinformazione in questi anni. “Notizie false”, poi, è un’espressione che assume tutt’altro valore se la falsità è palese: che è un formato tradizionale della satira. Le persone che lavorano a Lercio, popolarissimo sito italiano di notizie satiriche, sono state spesso costrette a ricordarlo, negli anni del loro lavoro.

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Mercanti di verità

(ilpost.it, 7 ottobre 2021)

È uscito nelle librerie Mercanti di verità, il saggio sul giornalismo contemporaneo scritto da Jill Abramson, prima (e unica) donna ad aver diretto il New York Times e oggi editorialista politica al Guardian e docente all’Università di Harvard. Il libro è dedicato in particolare ai quotidiani americani New York Times e Washington Post, e ai siti di notizie e altre cose BuzzFeed e Vice, ma racconta e spiega in generale le difficoltà e le sfide per i giornali tradizionali, da un lato, e le opportunità e innovazioni portate dall’uso dei mezzi digitali, dall’altro. Pubblichiamo l’introduzione all’edizione italiana, realizzata da Sellerio.

Ph. Frieder Blickle

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