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Trump ha dato dell’ingrata a Taylor Swift

(adnkronos.com, 12 febbraio 2024)

Sempre pronto a prendersi il merito per il successo degli altri, Donald Trump afferma che Taylor Swift sarebbe un’«ingrata» – perché lui le ha fatto fare «così tanti soldi» – se appoggiasse la rielezione di Joe Biden alla Casa Bianca. Così l’ex presidente, in un post su Truth sulla regina americana del pop, che secondo molti con la sua influenza sui giovani potrà determinare l’esito delle elezioni di novembre, rivendica di essere stato lui ha firmare il Music Modernization Act che ha regolarizzato la questione dei copyright per gli artisti nell’era dello streaming.

newsweek.com

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Coach Macron: l’ennesimo presidente che usa il calcio per fini politici

di Valerio Moggia (linkiesta.it, 21 giugno 2023)

Cercherà di insistere. Sono queste le parole con cui Emmanuel Macron ha risposto a un tifoso preoccupato, la scorsa settimana. La preoccupazione è quella che, questa estate o al più tardi in quella del 2024, Kylian Mbappé lasci il Paris Saint-Germain e la Francia per trasferirsi all’estero, quasi certamente al Real Madrid. È una questione che riguarda da vicino il Presidente della Repubblica, notoriamente legato all’attaccante parigino e altrettanto interessato a contrastare l’indebolimento del calcio locale.

Ph. Manu Fernandez / Ap – LaPresse

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La “vendetta” di Donald Trump in un libro

di Massimo Basile (agi.it, 23 aprile 2023)

Dalla lettera di Oprah Winfrey a quella di Kim Jong-un, l’annunciato libro di Donald Trump esce martedì 25 aprile, con i documenti della sua privata corrispondenza con leader politici, membri reali, star dello spettacolo e big dell’economia, in un periodo che parte da prima del suo ingresso alla Casa Bianca. Il titolo non lascia spazi a fantasie, Letters to Trump, “Lettere a Trump”, ma poteva chiamarsi “La vendetta”.

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Shaman, il “cantante di Putin”

(adnkronos.com, 22 aprile 2023)

Anche la musica al servizio della propaganda russa nella guerra con l’Ucraina, Mosca “arruola” i cantanti. Uno, in particolare, spicca nel panorama musical-patriottico. Il 31enne Shaman, all’anagrafe Yaroslav Dronov, sembra essersi guadagnato i galloni di “cantante ufficiale” dell’“operazione speciale” che il presidente russo Vladimir Putin ha avviato a febbraio del 2022 ordinando l’invasione dell’Ucraina e innescando la guerra che dura da oltre quattordici mesi.

YouTube

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Sean Penn e Ben Stiller banditi a vita dalla Russia

a cura di Gennaro Marco Duello (fanpage.it, 5 settembre 2022)

Sean Penn e Ben Stiller sono stati “blacklistati” dalla Russia. Sono nella nuova lista di 25 cittadini statunitensi che non sono graditi in terra russa. Una risposta di Putin alle sanzioni personali che continuano ai danni della Russia da parte dell’amministrazione di Joe Biden. Penn e Stiller sono tra le personalità americane che hanno dato pieno appoggio al governo di Zelensky ed è per questo che sono stati entrambi messi nella black list, com’è stato anche annunciato dal ministro degli Esteri russo. Con una nota diffusa all’agenzia di stampa nazionale, Sergej Viktorovič Lavrov ha reso nota la misura: «In risposta alle sanzioni personali in continua espansione dell’amministrazione Biden contro i cittadini russi, è stato introdotto un divieto d’ingresso in Russia contro un altro gruppo di persone tra membri del Congresso degli Stati Uniti, funzionari di alto rango, rappresentanti del mondo degli affari e comunità di esperti, così come figure culturali (25 persone), su base permanente».

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Perché in Italia non ci sono spot elettorali in tv

(ilpost.it, 18 agosto 2022)

A differenza degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei, dove sono piuttosto diffusi, in Italia è vietato trasmettere spot elettorali sulle tv nazionali. Per i partiti e i comunicatori politici è un limite molto sentito: ancora oggi la televisione è il medium più seguito dagli elettori più anziani, che fra le altre cose sono quelli che si presentano ai seggi con più assiduità rispetto ai giovani. Non è sempre stato così. La diffusione di spot elettorali sulle tv nazionali è stata fortemente limitata nel 1996 e poi vietata del tutto nel 2000 con la legge sulla cosiddetta par condicio. La legge, ancora in vigore, prevede solamente che in campagna elettorale la Rai metta a disposizione dei “contenitori” in cui i partiti possano trasmettere gratis dei “messaggi politici autogestiti”: ma sono spazi che per legge non possono essere trasmessi dalle 20 alle 22, quando davanti alla tv si concentra il maggior numero degli spettatori, e che vengono assegnati fra tutti i partiti con criteri molto rigidi, cosa che li rende di fatto inutili.

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Rapper pro-Putin riapre le ex caffetterie Starbucks in Russia

(huffingtonpost.it, 19 agosto 2022)

Si chiama Stars Coffee la catena russa che prende il posto del colosso americano del caffè Starbucks, che ha abbandonato la Russia a causa del conflitto ucraino. Il primo locale di Stars Cofee ha aperto i battenti nelle scorse ore a Mosca con lo slogan “Bucks è andato, le stelle sono rimaste”. “Perché Stars? Perché il nuovo brand riunisce le star della gastronomia”, spiegano in un comunicato il rapper russo Timati e il ristoratore Anton Pinski che, a fine luglio, hanno acquisito i 130 ristoranti Starbucks in Russia. Timati, il cui vero nome è Timur Yunusov, è un accanito sostenitore del presidente russo Vladimir Putin e si è autodefinito amico del leader ceceno Ramzan Kadyrov: a riportarlo è il Guardian. Nel 2015, il rapper ha pubblicato una canzone intitolata My best friend is Vladimir Putin, che descrive il presidente come un “supereroe”.

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Musica e politica: storia di canzoni negate

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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Da Ferragni a Elodie, gli influencer che possono spostare voti

di Lidia Sirna (ilmattino.it, 26 luglio 2022)

In principio c’era solo la coppia più pop del web: Chiara Ferragni e Fedez. Poi si è capito che l’intrattenimento di massa si era spostato sui social e così gli influencer della politica si sono moltiplicati. Oggi nascono, crescono e poi si schierano. Se i Ferragnez sono diventati la coppia più nota d’Italia, del resto, lo si deve anche – forse – al loro attivismo politico e sociale. Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, tanto per fare un esempio, organizzarono una raccolta fondi per costruire un reparto di terapia intensiva. Gesto che è valso loro il prestigioso Ambrogino d’Oro, consegnato direttamente dal sindaco di Milano Beppe Sala. Capita, dunque, che la più classica delle dinamiche italiane (la caduta di un governo dopo un ultimatum) travalichi i binari della comunicazione tradizionale e paludata.

iStock

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Quando Benigni prese in braccio Berlinguer

di Mario Lavia (linkiesta.it, 24 maggio 2022)

Noi che eravamo sul palco guardammo subito con timore Tonino Tatò, che era il segretario particolare, l’ombra di Enrico Berlinguer. Lui si voltò, sorridendo, fece con la mano come per dire “okay”, aveva capito la nostra ansia. Perché la scena era stata incredibile, inverosimile, assurda: Roberto Benigni, famoso per la sua comicità surreale, aveva preso in braccio il Segretario Generale del Partito Comunista Italiano! Era il 16 giugno 1983, sulla magnifica terrazza del Pincio, a Roma. Il ricordo personale di quel pomeriggio è forse il modo meno retorico o scontato di celebrare il centenario della nascita di Enrico Berlinguer, nato il 25 maggio 1922. Tutti hanno visto la fotografia di quella “sollevazione” che forse per la prima umanizzò in modo così plateale il leader del Pci, o meglio desacralizzò la figura del capo comunista («Questo è un comunista autentico!», aveva urlato il comico toscano prendendolo in braccio).

Ph. Attilio Cristini / Wikimedia Commons

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